Trieste Libera “locanda” per cene di pesce povero
L’iniziativa per finanziare il movimento in crisi dopo due “golpe”

di Fabio Dorigo
Dai corsi di bigiotteria alla ristorazione. Il Movimento Trieste Libera, sopravvissuto a due golpe e al disastro economico della sagra di Trebiciano, non sa più cosa inventarsi per impinguare le casse vuote del movimento. E così prova con le cene del sabato sera. Si inizia il prossimo 15 novembre alle ore 20 nella prestigiosa sede di piazza della Borsa 7 al primo piano del palazzo liberty di Max Fabiani che già, ai primi del Novecento, proprio nel balcone a vetrata (dove adesso campeggiano la scritta “Free Territory of Trieste”, le sigle rosse Ftt, Tlt. Sto e la bandiera blu dell’Onu) ospitò un rinomato ristorante kosher, il “Restaurant Goldberger”.
Niente cucina ebraica un secolo dopo, ma solo cene di pesce povero con menù a prezzo fisso. Non serviranno i mille euro delle cene con il premier e segretario del Pd Matteo Renzi. Per cenare con Roberto Giurastante, il leader dai poteri straordinari di Trieste Libera, bastano 15 euro, bevande incluse. E inclusa la presenza in incognito di Paolo G. Parovel, il giornalista investigativo superpartes e a capo dei probiviri del movimento. La cena di autofinanziamento del movimento è aperta a tutti: soci e non soci (golpisti e dissidenti esclusi ovviamente). A raccogliere le prenotazioni ci sono Marzia e Manuela che garantiscono anche sulla provenienza del pesce “povero” ma rigorosamente del Golfo del Territorio libero di Trieste. Il menù da 15 euro comprende: antipasti, assaggini di primi, verdura, dolce, 1/4 di vino e 1/2 di acqua: non ci si ubriaca di indipendentismo. Tra i pesci non mancheranno i sardoni “impanai” o in “savor” assicura Marzia. La cena è promossa da un volantino che riporta il dialogo tra una sardina e uno sgombro che “in un’autunnale giornata di pioggia si incontrano in piazza della Borsa”. «Go savù che in circolo de Mtl i fa le zene del sabato sera” dice lo sgombro. «Bela idea! Co’sto fredo, andemo a ciaparse una scaldada!” replica la sardina. Poveri, ma non muti come pesci. E in rete non mancano i commenti divertiti. «Osteria liberty al Tlt, cucina mimetica» (chiaro riferimento alla tenuta del leader). «Io ci andrei solo per vedere il palazzo, ma non friulana per cui non sono ammessa». La sede, dopo i contrasti interni, non era aperta al pubblico. «I rispeta le tradizioni, se no sbalio nela sede de piaza dela borsa a inizio secolo ghe iera proprio un ristorante.... Po i xe anca coerenti, zena povera, che no ghe xe nianca el secondo e de vin solo un quartin per baniarse la boca» commenta il solito Mario Amelio. «Chissà i discorsoni...» aggiunge un’altro. Con Giurastante i monologhi sono assicurati. L’ultimo riguardava «la protesta per le celebrazioni militari nazionaliste che il governo amministratore fiduciario italiano ha organizzato a Trieste dal 26 ottobre al 5 novembre novembre 2014».
«Le prenotazioni stanno andando bene», assicura Marzia che non riesce dire di più il menù della “cena di pesce povero” ma ricco di fosforo. «L’ho sul telefonino» assicura. La speranza è di rimpinguare le casse di Trieste Libera e allontanare le voci sugli affitti arretrati che continua a circolare sulla sede di piazza della Borsa (1500 euro al mese). Difficile dire quando l’iniziativa della cena, che potrebbe essere replicata ogni sabato sera in caso di successo, faccia felici i ristoratori della zona. Con i corsi di bigiotteria almeno non c’era questo problema.
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