Trieste Libera s’inventa una finta dogana a Duino

Il “confine” istituito quasi all’altezza della Cartiera. Due gazebo per la raccolta di firme. La questura: «Hanno dato il preavviso. Il cartello? Una goliardata...»
Di Matteo Unterweger
Lasorte Trieste 27/07/13 - Duino, Ex Dazio, TLT, Movimento Trieste Libera
Lasorte Trieste 27/07/13 - Duino, Ex Dazio, TLT, Movimento Trieste Libera

“Confine con il Territorio libero di Trieste”. E poi: “Alt Italia posto di blocco a 100 metri”. Infine: “Controllo documenti e dogana”. Sono le scritte apparse ieri mattina nella zona di San Giovanni di Duino, nelle vicinanze della Cartiera Burgo, all’altezza dell’ex dazio. Chi nell’arco della giornata è passato da lì, le ha potute leggere su un tabellone, piazzato dal movimento Trieste Libera in abbinamento alla bandiera dell’Onu. Si tratta dell’ennesima iniziativa organizzata dai sostenitori del Tlt, a dieci giorni dalle note e vibranti proteste del 17 luglio scorso da parte di un’ottantina di simpatizzanti del movimento in Tribunale durante l’udienza presieduta dal giudice Massimo Tomassini, comportamento contro cui l’indomani si era scagliato verbalmente il presidente della sezione penale del Tribunale Filippo Gulotta e divenuto poi oggetto di attenzioni e accertamenti (con la richiesta dell’elenco degli iscritti e dello statuto del movimento) da parte della Procura di Trieste - con il pm Federico Frezza - e della Digos.

Il cartellone, ieri, è stato sistemato vicino al bordo strada, più dietro invece i gazebo, le panche e i tavoli per la raccolta firme attivata e che proseguirà anche nella giornata odierna. Nessuna sorpresa per la questura (e quindi per la Digos), che ha fatto sapere tramite la propria portavoce come «fosse stato dato preavviso dell’iniziativa», spiegando anche come il tabellone sia stato considerato «una goliardata».

Su un altro striscione srotolato ieri: “Benvenuti nel Territorio libero di Trieste”. E sotto i gazebo: t-shirt biancorosse sul tema, adesivi e altri gadget. Più, evidentemente, i moduli per la raccolta firme “per la discussione in ambito internazionale” (come specificato invece su una stampata verticale) sul Tlt. Trieste Libera, insomma, non si ferma: prosegue nella sua battaglia nel nome del Trattato di pace del 1947 e dei suoi contenuti. La scelta dell’ex dazio non è stata casuale: «Si tratta del vecchio confine del Tlt, zona che abbiamo scoperto non essere mai stata parcellizzata e rimasta terra di nessuno», spiega il vicepresidente del movimento Trieste Libera Alessandro Gomba› , già Alessandro Giombi, presentatosi alle elezioni amministrative del 2011 come candidato presidente della Provincia di Trieste con “La tua Trieste - Comitati di quartiere”, raccogliendo alla fine 1.866 voti cioè l’1,64% delle preferenze. Elezioni per un ente locale previsto dall’ordinamento giuridico di quell’Italia di cui Trieste Libera non riconosce la sovranità sul territorio triestino.

«Raccogliamo le firme per inviare alle Nazioni Unite - fa il punto sulla due-giorni organizzata dal movimento ancora Gomba› - le richieste di nomina del governatore del Territorio libero di Trieste e di istituzione della commissione internazionale del Porto libero di Trieste, prevista dall’allegato VIII del Trattato di pace del 1947 all’articolo 21. Abbiamo predisposto per questa occasione anche uno speciale annullo, un nuovo timbro, per le carte d’identità del Tlt. L’iniziativa serve inoltre - conclude - a farci avere altra visibilità e a sensibilizzare le persone su questi temi».

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LE FOTO DI TRIESTE LIBERA

ALL’EX DAZIO

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