Trieste, Miramare riapre il sentiero romanico e torna all'antico
Rinasce l’area sopra il “Viale dei lecci” che costeggia l’ingresso da Barcola. Contessa: «Liberata un’area diventata nel tempo una selva oscura»

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TRIESTE Da domani sarà nuovamente accessibile il sentiero sopra il “Viale dei lecci”, uno degli ultimi spazi del Parco di Miramare che dovevano ancora essere messi in sicurezza. «La natura richiede del tempo», è il mantra sottolineato dalla direttrice del museo e del parco Andreina Contessa, che insieme ad Augusto Viola, direttore delle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche della Regione, ha tagliato il nastro del rinato percorso romantico che inizia subito dopo la “Porta della bora” di Barcola e costeggia il viale che porta al castello.
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«Abbiamo liberato un’area che era ormai una selva oscura – ha aggiunto Contessa – dove le piante avevano preso il sopravvento dopo l’incuria durata molti anni. Posso dire che c’è grande sinergia e collaborazione con la Regione. Nel sentiero, in futuro, ci saranno anche degli angoli fioriti e altre panchine. Piano piano quindi, diventerà anche una zona molto bella, dopo la ripulitura e la messa in sicurezza».
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Viola ha ricordato l’impegno della Regione: «La prima norma di collaborazione per Miramare è stata fatta nel 2007, oggi siamo qua con grande soddisfazione perché quando c’è la buona volontà si raggiungono i risultati. Mi piace pensare agli operatori della Forestale che negli ultimi tre mesi sono venuti giù dalle montagne per ripulire questa zona boschiva e che potevano godersi la bellezza di questo paesaggio. Il parco di Miramare è un patrimonio dell’umanità e per questo deve essere valorizzato». La progettazione del sentiero, curata dall’architetto Giorgia Ottavini, è iniziata un anno fa mentre i lavori, svolti dalla Forestale, sono durati tre mesi e si sono concentrati sulla pulizia, il disboscamento e la verniciatura delle ringhiere e dei gazebo nei colori storici.
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Il sentiero era uno degli ultimi tasselli che mancavano nel parco. Alla base delle scelte progettuali - è stato ricordato - c’è la volontà di non effettuare lavori a “spot”, ma interventi che garantiscano anzi lunga durabilità, legame storico e costi più bassi di manutenzione, essendo rimasti quattro giardinieri rispetto ai 20 del passato.
Al momento dei 22 ettari di cui si compone Miramare gli interventi più “scenografici” sono quelli che riguardano le aiuole antistanti l’ingresso del museo. Nel parterre, dove c’è la caffetteria, si è deciso di non installare più piante provenienti dalle serre, che non garantivano durabilità, ma quelle originali volute nell’Ottocento da Massimiliano. Non mancherà in ogni caso la consueta fioritura. Dopo la recente potatura servirà semplicemente attendere qualche settimana, visto che i fiori sbocceranno in modo naturale.
L’architetto Ottavini ha spiegato che «il parco ha molte nature: le forme “disegnate” del parterre, i prati nella zona alta e proprio il giardino romantico sopra il “Viale dei lecci” con percorsi, punti di vista e una “delicatezza” inconsueta con il giardino all’inglese. Il prossimo punto che stiamo completando, oltre a seguire l’imponente manutenzione ordinaria, è il parterre, con l’asse e le aiuole simmetriche, la zona più amata dai triestini». «Stiamo facendo una pianificazione sulla base di uno studio filologico e lavorando sulle altezze – ha aggiunto Contessa – con piante che valorizzino le statue presenti». Sarà pronta invece entro aprile la fontana del piazzale che ha subito un accurato lavoro di restauro, che ha consentito di azzerare le copiose perdite d’acqua. —
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