Trieste, quadrilatero di Melara nuova meta turistica per i fan di Heinichen e della “Porta rossa”

TRIESTE Richieste inedite. «Wo ist Melara?». «Che autobus devo prendere per raggiungere il quadrilatero di Melara?». Il quadrilatero è diventato meta turistica. Messa così, la cosa lascia perplessi. Eppure, grazie a due successi, uno televisivo e l’altro letterario, quel complesso abitativo sta riscuotendo interesse tra chi arriva da fuori città. Agli albergatori, all’info point del Comune e ai tabaccai dove acquistano il biglietto dell’autobus, tedeschi, austriaci e turisti in arrivo da altre regioni chiedono indicazioni per raggiungere Melara. Salgono sulla 22 in piazza Oberdan o sulla 25 in piazza della Borsa e, su indicazione dall'autista, scendono a fianco del quadrilatero. Scattano foto, girano brevi video con il telefonino, qualcuno entra dando uno sguardo alle parti comuni.
Complici di questo inaspettato successo, la fiction televisiva di Carlo Lucarelli “La Porta Rossa” e il nuovo romanzo dello scrittore tedesco Veit Heinichen, “Ostracismo”. Nel suo noir, disponibile da fine maggio, il creatore del commissario Laurenti ambienta proprio in un appartamento del quadrilatero l’abitazione della zia Milli, l’anziana che ha cresciuto uno dei protagonisti, Aistèides, dopo la morte della madre. Così, gli appassionati di Heinichen, quelli tedeschi e austriaci soprattutto, che da sempre hanno mostrato interesse per i luoghi raccontati dallo scrittore nei suoi libri, quando arrivano a Trieste hanno una nuova curiosità: vedere da vicino Melara. «Mi sorprende che il mio libro abbia suscitato la curiosità per Melara, perché non mi sono risparmiato nel descriverlo, non ho raccontato di un luogo bello, spettacolare, turisticamente interessante», ammette Veit Heinichen che prima della stesura delle nuove avventure del commissario Laurenti ha passato ore a Melara per raccogliere dettagli, impressioni, colori, rumori. «Nel sceglierlo come luogo di ambientazione di “Ostracismo” – racconta lo scrittore – sono rimasto attratto dal progetto alla base della realizzazione di quel complesso residenziale, dalle sensazioni che ho percepito visitandolo, però – conclude ironico – metto subito le mani avanti: non vorrei che per l’interesse che ho suscitato attorno a Melara mi dedicassero una statua nel quadrilatero».
Alle reception degli alberghi cittadini, la domanda è diventata ormai frequente. La fiction “La Porta Rossa”, girata interamente a Trieste, ha saputo conquistare una vasta platea televisiva regalando visibilità all’intero capoluogo attraverso i teatri allestiti tra il centro urbano, le Rive, il Porto vecchio, l’Ursus e proprio il quadrilatero di Melara con i suoi lunghi corridoi, gli interni, le terrazze. Tenendo conto delle dovute differenze, è un po’ l’effetto creato da “Gomorra” sulle Vele di Napoli.
A visitare Melara sono anche studenti universitari iscritti ad architettura, attratti da una realtà che doveva essere uno degli esempi più rappresentativi di quella nuova architettura autosufficiente e modernista ispirata da Le Corbusier, una struttura trasformatasi poi nel corso degli anni in un comprensorio periferico isolato, da dove molte delle persone che ci vivono neppure escono. —
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