Trieste, rubate tre chitarre di fronte alla Sinagoga

TRIESTE Sono riusciti, ammesso che siano gli stessi, là dove avevano fallito una decina di giorni prima. Venerdì notte (ma la notizia è stata tenuta riservata, gli inquirenti sono al lavoro per risalire ai responsabili grazie ai frammenti dei filmati delle telecamere della zona che hanno registrato “qualcosa”) i ladri del “blocco di cemento” sono tornati a colpire nel negozio di strumenti musicali Rossoni di via San Francesco, a due passi da un punto “sensibile” della città, più sorvegliato di altri, qual è la Sinagoga. Con un basamento di calcestruzzo preso “in prestito” da un cantiere dei paraggi, di quelli che sostengono i pali che servono per delimitare un’area di lavoro stradale con delle recinzioni, hanno spaccato una vetrata, hanno infilato dentro le mani e hanno arraffato tre chitarre.
Sono tornati o sono semplicemente altre “schegge impazzite”, altri microcriminali che nulla c’entrano fra loro? Ogni pista è aperta. A quanto è dato sapere, che si tratti della medesima banda è solo una delle diverse ipotesi al vaglio della polizia. Stavolta però - a differenza di quanto era capitato la notte del 18 gennaio all’esterno del negozio d’abbigliamento Nacmias di via San Lazzaro, dove i vetri antisfondamento avevano tenuto ed era subito scattato l’allarme - i ladri come detto sono riusciti a portare a compimento il loro furto con spaccata. Veloci. Impavidi, forse incoscenti, forse provocatori, o, chissà, autori casuali incosapevoli gli uni degli altri.
Fatto sta che l’altra volta si erano addentrati la notte in una zona pedonale, in questo caso si sono permessi di avvicinarsi alla Sinagoga, dove la cosiddetta “vigilanza dinamica” delle forze dell’ordine la porta a essere molto ma molto spesso presidiata da una pattuglia, tra polizia di Stato, carabinieri o finanza. Dev’essere stato probabilmente in uno dei momenti in cui la pattuglia si spostava da un punto “sensibile” a un altro, nei dintorni, che hanno deciso di entrare in azione. Le vetrate di Rossoni sono seminascoste da un piccolo portico, questo può aver incoraggiato questi “piccoli” banditi specializzati nelle spaccate con i blocchi di cemento raccattati per strada, che per “letteratura” investigativa si muovono in coppia, talvolta anche da soli, senza particolare regia. Non dovrebbe trattarsi, insomma, di bande organizzate, di professionisti del crimine.
Di certo non sono esperti di chitarre, visto che hanno rubato l’imitazione di una Gibson, una seconda chitarra baritona che solo gli specialisti sanno maneggiare, insuonabile ai più, e una Fender elettrica a sua volta inutilizzabile perché priva in esposizione del marchingegno che ne aziona i pick-up. Bottino modesto, alla fine, a fronte del trambusto e del rischio. I rilievi, sul posto, sono stati compiuti dalla Volante e dalla Scientifica, le indagini e la caccia sono a cura degli investigatori della Squadra mobile. Del caso è stato informato il pm Antonio Miggiani in quanto magistrato della Procura di turno la scorsa settimana.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo









