Trieste, scatta il monitoraggio sullo “stress da Ferriera”

Al via l’indagine epidemiologica sugli abitanti dei rioni di Servola e Guardiella. Inseriti nel campione 400 residenti tra i 35 e i 69 anni. Risultati a inizio 2016
Uno dei residenti vicino alla Ferriera di Servola
Uno dei residenti vicino alla Ferriera di Servola

TRIESTE Lo stress da Ferriera opposto allo stress da Boschetto. È l’obiettivo dell'indagine epidemiologica, presentata ieri, che il Comune di Trieste condurrà in collaborazione con l'Azienda per l'Assistenza Sanitaria n. 1 Triestina e l'Università per valutare il benessere della popolazione (la qualità della vita) in due quartieri simbolo della città: l'area di Servola sul mare con la presenza ingombrante del’impianto siderurgico e quella di Guardiella sul Carso assediata dal verde del Boschetto e del Parco di San Giovanni. «In particolare verranno analizzati la qualità di vita e la qualità percepita dell'ambiente di residenza, anche attraverso misure di stress ossidativo cellulare», spiega l'assessore all'Ambiente Umberto Laureni. Al suo fianco ci sono il direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Azienda per l'Assistenza Sanitaria n.1 Triestina Valentino Patussi, il professore Piergiorgio Gabassi dell’Università di Trieste, il responsabile dello studio Riccardo Tominz e i docenti universitari di Psicologia organizzativa Valentino Patussi e Alberto Pallavicini. Una task force che, a partire da ottobre, proverà a misurare lo “stress da inquinamento industriale”.

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L'area della Ferriera di Servola

Una ricerca tardiva come hanno fatto presente i Cinque Stelle? «Meglio tardi che mai. C’è il diritto della gente di Servola a essere ascoltata», spiega l’assessore che crede molto in questa indagine, che costerà al Comune 30mila euro, a cui si aggiungono i 40mila di costi fissi sostenuti dall’azienda sanitaria. «Non è vero che si tratta di un’indagine tardiva - aggiunge Patussi -. Di indagini come questa ce ne sono pochissime in Italia e nel mondo. È qualcosa piuttosto di innovativo che può diventerà un esempio a livello nazionale».

A fare da “cavie” saranno, da ottobre, 200 residenti del quartiere di Servola ed altrettanti del quartiere di Guardiella, che saranno sottoposti a un'intervista faccia a faccia e a cui sarà chiesto di fornire un campione di urine. Sarà utilizzato un questionario già validato, anche nella versione italiana, per la misura della qualità della vita e della qualità percepita dell'ambiente di residenza, limitatamente alle scale di salubrità ambientale e di attaccamento al quartiere. Si procederà inoltre a misurare lo stress ossidativo cellulare sulle urine (un dato oggettivo), che forniranno un importante elemento di riferimento per la valutazione complessiva sui radicali liberi. L'indagine ha superato il vaglio del Comitato etico regionale unico e la fase di raccolta dati dovrebbe concludersi entro l'anno in corso. «Si tratta di un progetto di grande impegno, che per riuscire richiederà una forte collaborazione dei cittadini cui verrà richiesta la partecipazione. Non è infatti prevista la possibilità di una partecipazione su base spontanea e volontaria» spiega Tominz. Saranno campionati solo residenti di età fra 35 e 69 anni. «La fascia d'età è determinata dall’esigenza di ottenere dati stabili e comparabili per gli indicatori di stress ossidativo cellulare», aggiunge il responsabile dello studio.

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Una veduta dell'abitato di Servola e, a sinistra, la Ferriera

L'indagine rappresenta uno dei risultati della Prima Conferenza sulla salute della città organizzata dal Comune di Trieste il 26 maggio 2012 e della successiva elaborazione delle azioni per migliorare le condizioni ambientali della città approvate con delibera di giunta del 26 giugno 2013. Infatti, Comune e Azienda sanitaria Triestina in tale occasione hanno constatato che valutare i possibili effetti sulla salute di una popolazione che vive in prossimità di un'area fortemente industrializzata (rione di Servola e limitrofi), in termini di concentrazioni di determinati inquinanti nell'aria o di incidenza e prevalenza di specifiche patologie, appare fortemente riduttivo, non essendo questo modo di operare in grado di cogliere l'impatto complessivo sulla salute delle persone, considerata non come mera assenza di specifiche patologie ma, secondo la definizione dell’Organizzazione mondiale della sanità, come «stato di completo benessere fisico, psichico e sociale». Il Comune di Trieste ha pertanto incaricato il Dipartimento di Prevenzione dell'Aas Triestina di preparare e condurre la presente indagine, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali ed il Dipartimento di Scienze della Vita dell'Università degli Studi di Trieste. Gli obiettivi dell'indagine sono stati approvati dal Tavolo di coordinamento di prevenzione ambientale e vigilanza sugli stabilimenti industriali.

La comunicazione dei risultati dell'indagine (in primo luogo ai quasi 10mila residenti dei quartieri interessati e quindi a tutta la cittadinanza), avverrà nei primi mesi del 2016. In ogni caso prima delle elezioni. Per evitare di aggiungere ulteriore stress a quello d’inquinamento.

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