Trieste, sviene l’autista: bus travolge auto e moto

Scontro in via Besenghi. Feriti tre passeggeri. La denuncia dei sindacati: «Troppo caldo negli abitacoli»
Via Besenghi: al centro la Dacia completamente distrutta (foto del lettore Michele Bertocchi)
Via Besenghi: al centro la Dacia completamente distrutta (foto del lettore Michele Bertocchi)

TRIESTE Una curva a gomito, alla luce del sole - accecante - di questi giorni. Poi, di colpo, all’imbocco della strada dritta, la notte negli occhi. I sensi “spenti” per un momento. È stato dunque un malore dell’autista - un uomo di 53 anni, dipendente con orario part-time della Trieste Trasporti - all’origine dell’incidente capitato l’altro pomeriggio in via Besenghi, nei paraggi del Seminario vescovile, dove un autobus della linea 16 ha travolto e praticamente spappolato una Dacia Duster che era parcheggiata ai bordi della strada, abbattendo pure alcuni scooter a loro volta in sosta, e provocando infine il ferimento - assolutamente non grave - di tre passeggeri che si trovavano a bordo del mezzo pubblico “impazzito”.

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Un episodio sul quale è in corso una serie di indagini mediche - l’autista si è ripreso subito dopo il mancamento, le cui cause possono essere le più svariate a partire da un banale calo di zuccheri - ma che rinfocola precise rivendicazioni sindacali a proposito degli impianti di condizionamento sui bus. Impianti di cui, si badi bene, non è che si mette in discussione il funzionamento, bensì - se vogliamo - la “potenza”, la capacità di raffreddamento, specie nella cabina di “pilotaggio”.

Partiamo dal fatto in sé. Lo scorso martedì, a metà pomeriggio, la 16 - dopo aver affrontato la curva a 90 gradi per immettersi in via Besenghi da via Navali - ha smesso improvvisamente di essere governata dal suo conducente, provocando come detto delle lievi contusioni ad alcuni tra i pochi passeggeri a bordo. Lievi, qualche graffio e niente di più, anche perché, come è stato ricostruito successivamente, il bus non poteva che procedere lentamente posto che aveva appena compiuto una curva che tutto consente fuorché velocità sostenute.

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Il bus, però, per il suo “tonnellaggio”, può pure rivelarsi un pericolosissimo caterpillar, senza nessuno al volante. È così, nonostante il passo ridottissimo, la 16 ha perso la rotta e ha trascinato fino ad accartocciarlo - la foto del lettore Michele Bertocchi a questo proposito è impressionante - il mini-Suv che aveva avuto come unica colpa quella di trovarsi, in parcheggio, sulla traiettoria del mezzo pubblico senza più guida. Altri scooter in sosta, per l’appunto, sono caduti come birilli. Uno strike con tanti danni e per fortuna senza alcuna vittima - al di là dei tre passeggeri feriti lievemente di cui s’è già raccontato - anche perché i mezzi colpiti erano tutti posteggiati e vuoti.

Finito il tempo dei soccorsi di 118, pompieri e polizia locale, ieri è così rimasto quello degli interrogativi e delle polemiche. «Già la scorsa settimana - tuona infatti il coordinatore delle Usb Willy Puglia - avevamo scritto all’azienda e al servizio di Medicina del lavoro dell’Azienda sanitaria per rilevare una serie di segnalazioni a noi pervenute di colleghi che lamentavano malesseri legati al caldo, tanto negli autobus quanto soprattutto nel posto guida, con getti d’aria dei condizionatori freschi sì ma non freddi, non sufficienti dunque a raffreddare l’ambiente. Con questo non vogliamo attribuire di certo l’origine del malore di ieri a questo, però ci sta sorgendo il dubbio che non si stia facendo di tutto per garantire la salute di chi lavora e la sicurezza degli utenti».

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«Non ritengo - è invece la replica di Roberto Gerin, direttore d’esercizio di Trieste Trasporti, cui compete la parte manutentiva dei bus - si possa speculare sulla salute di un collega, ci auguriamo anzi che gli esami medici dicano si possa essere trattato di un calo di pressione occasionale. Ho già avuto modo di rispondere alla lettera delle Usb, precisando che tutti i mezzi circolanti rispondono agli standard di sicurezza di almeno otto gradi di differenza tra ambiente interno ed esterno. In caso contrario noi ripariamo o sostituiamo subito l’apparecchiatura e non rimettiamo in strada il bus finché non l’abbiamo fatto».

«La percezione del caldo è soggettiva, alcuni lo lamentano più di altri in questo momento climatico eccezionale, nel quale però abbiamo fermi soltanto dieci mezzi su 270. Per questo mi sarei aspettato dalle organizzazioni sindacali un apprezzamento verso le persone che lavorano nel reparto manutentivo e che garantiscono, in questo momento, ripeto eccezionale, il massimo del servizio possibile».

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