Trieste, verdure “fuori posto”: multe da mille euro al Mercato

Maxi-stangata per undici venditori per colpa di cassette di ortofrutta, biancheria e pigiami lasciati oltre i confini dei propri box. Uno dei colpi più micidiali inferti al piccolo commercio triestino
Nove commercianti esibiscono i salatissimi verbali della Polizia commerciale del Comune di Trieste
Nove commercianti esibiscono i salatissimi verbali della Polizia commerciale del Comune di Trieste

TRIESTE Sarà ricordato come il più micidiale dei colpi inferti al piccolo commercio triestino, quello popolare. Un’operazione senza precedenti in città, a memoria d’uomo, che parte dritta dal Comune. Un blitz mirato. Otto agenti del Nucleo di Polizia commerciale della municipale, in borghese, si sono presentati lunedì mattina al Mercato coperto di largo Barriera. Erano le nove. Tutto è avvenuto in poco tempo, racconta chi ha assistito alla scena. Ma, tirando le somme, si contano ben 12 multe. Undici di queste sono da mille euro ciascuna. Le violazioni? Cassette di frutta e verdura fuori posto. Il bar con un tavolino non autorizzato. Mutande e pigiami sistemati oltre lo spazio consentito. Qualche metro appena, se non addirittura pochi centimetri, per gli agenti sono un’evidente “occupazione abusiva” da sanzionare. Non con qualche decina di euro, come per un’auto in divieto di sosta. Ma mille.

Al Mercato coperto sono inferociti. Per chi incassa non più di 150, 200 euro al giorno è una batosta ingestibile, di quelle che ti tagliano le gambe. Che ti manda all’aria un anno di lavoro. Fuori dal normale. Priva di qualsiasi buon senso, dicono un po’ tutti. Basta fare due passi là per rendersi conto dell’aria che tira. La gente si chiede perché. «Ci trattano come criminali», urla una signora da dietro al bancone. «Adesso dove troviamo i soldi per pagare?». Faranno ricorso, ma non si sa come andrà a finire. Diego Lenarduzzi, da cinquant’anni al mercato, non si raccapezza. «Dovevo pulire la verdura e avevo appoggiato le cassette un po’ più in là», spiega indicando il bancone di fronte. Saranno un paio di metri. Forse tre? «Sono venuti e mi hanno multato». Il verbale si legge chiaramente: «In qualità di legale rappresentante della ditta occupava con 17 cassette di verdura, carciofi e cicoria (testuale, ndr), lo spazio riservato ad altro operatore al momento non operativo». Infatti il bancone incriminato era vuoto, quindi il signor Diego non dava fastidio a nessuno. «Mai capitada una roba compagna», mormora in dialetto.

L’azzardo di Paolo Timel, proprietario del bar, è stato posizionare un tavolino fuori dalla linea gialla, quella che delimita la zona che gli è stata assegnata. Mille euro perché, stando al verbale, «non rispettava le caratteristiche di occupazione del mercato ampliando l’area di pertinenza per circa due metri». Due metri. Due. Le storie di Marinella Smillovich e Svetlana Bosizic sono simili: entrambe vendono abbigliamento, entrambe hanno avuto la malaugurata idea di appendere qualche abito su uno stendino metallico a fianco del loro box. «Collocava struttura di vendita e merce in esposizione al di fuori degli spazi concessi occupando spazi adiacenti». Mille euro a testa.

La signora Ljuba Duscovich doveva lavare il pavimento e ha spostato la merce un po' più avanti della sua zona. Qualche centimetro, mille euro. Gemal Quartana ha approfittato di un chiostro vuoto in fondo, mettendoci tre manichini. Mille euro. Renata Gregori stava riordinando la verdura, ma agli agenti non sono piaciute le cassette che aveva messo davanti al suo bancone. «Pulivo i carciofi e tagliavo le cime di rapa...», racconta. Forse con cavoli e carote sarebbero stati più clementi. Niente da fare: altri mille. Rudy Birsa scaricava le cassette con gli ortaggi e alcune erano “ancora” fuori posto. Stessa cifra per Rudy. Con Edi Gerebizza la municipale ha sguainato il metro: «Occupava abusivamente lo spazio per circa 3,2 metri», c’è scritto nel verbale. Una decina di cassette in tutto. Mille euro, infine, per Ferruccio de Walderstein, anche lui sorpreso con merce che «occupava aree adiacenti».

Il comandante della polizia locale Sergio Abbate chiarisce: «Nessuna azione repressiva, ma solo la volontà di far rispettare le regole con un normale controllo. Regole che al Mercato coperto conoscono a fondo perché sono state comunicate più volte. Quando verifichiamo irregolarità sanzioniamo». Il comandante fa riferimento a una circolare comunale del 21 ottobre scorso. Il documento in effetti raccomanda «di mantenere gli spazi di pubblico passaggio assolutamente liberi da impedimenti, ai fini della sicurezza del pubblico avventore», in quanto «i corridoi fungono da corsie di emergenza». Un avvertimento utile anche «ai fini del rispetto delle aree assegnate in concessione». Ma al Mercato coperto dicono che nessun funzionario comunale è mai venuto di persona a spiegare cosa va e cosa non va. Come e dove sistemare spinaci e zucchine. Patate e pomodori. Mutande e pigiami. Il più fortunato, alla fine, è un commerciante dall’identità sconosciuta: l’hanno pizzicato con una bilancia tarata male: 172 euro. Gli è andata bene.

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