Trieste: “zoo illegale” in casa, culturista nei guai

TRIESTE Una pioggia, anzi un tornado fatto di 1784 messaggini. E poi minacce, schiaffoni, azioni violente e addirittura un’incursione nell’abitazione della vittima. È finito nei guai per stalking Enrico Ramazzina, 50 anni, il culturista triestino socio delle palestre California e di un buon numero di case di riposo. Ma è stato denunciato anche per possesso abusivo di animali di specie protette.
Si tratta di guai seri se si pensa che il pm Federico Frezza ha chiesto e ottenuto dal gip Giorgio Nicoli a carico di Ramazzina un provvedimento di divieto di avvicinamento della sua ex amica. Il giudice ha disposto che l’imprenditore culturista non solo stia lontano dalla casa della donna.
Ma anche che stia ben lontano dal suo luogo di lavoro e che assolutamente eviti qualsiasi occasione di incontro anche involontario in città. Infine ha disposto che Ramazzina non contatti per qualsiasi ragione la vittima di questa vicenda. Nè al telefono e nemmeno utilizzando altri mezzi come gli sms, Messanger, Whatsapp e Facebook.
Se lo fa e disobbedisce all’ordine del giudice, rischia l’arresto. Intanto questa mattina il culturista imprenditore sarà interrogato dal giudice Nicoli. Con Ramazzina sarà presente il difensore, l’avvocato Federico Stricca. «I fatti - ha affermato in proposito il legale che si riserva di impugnare la misura cautelare - saranno chiariti e ne verrà ridimensionata la portata già durante l’interrogatorio e comunque all’esito di un approfondito esame degli elementi raccolti».
Ma c’è di più. C’è la questione degli animali vietati. Nel corso della perquisizione disposta dal pm Frezza per sequestrare il cellulare e il computer che, secondo l’accusa, ha usato per perseguitare l’amica, gli investigatori del commissariato di San Sabba (che hanno svolto le indagini dopo la denuncia della donna) hanno anche trovato una sorta di allevamento di animali di specie protette.
Hanno sequestrato ben 46 esemplari di Testudo greca, Testudo hermanni e Testudo marginata, un Falco rusticolus con anelli inamovibili e infine un pappagallo particolarissimo del genere Cacatua sulphurea originario dell’Australia che presenta un magnifico piumaggio bianchissimo e un ciuffo erettile giallo limone, colorazione che si ritrova anche nella parte inferiore della coda e delle ali.
Insomma, nella casa dell’imprenditore c’era una sorta di zoo, senza alcuna autorizzazione. Ma riguardo a questo fatto il difensore rileva che in particolare «le tartarughe sono nate in cattività in quanto Ramazzina ha raccolto vari esemplari nella sua abitazione».
Il provvedimento di divieto di avvicinamento nei confronti di Ramazzina è scattato dopo un ammonimento formale del questore. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato un episodio che si è verificato lo scorso 7 novembre. È stato l’ultimo di una lunga serie.
La giovane donna era in compagnia di un amico e stava prendendo un caffè in un bar delle Rive. A un certo momento, secondo la ricostruzione degli investigatori, Ramazzina è piombato nel locale e poi ha afferrato per la camicetta la ragazza. Vista la scena, l’amico si è frapposto tra i due esortando il culturista a fermarsi. Per tutta risposta Ramazzina ha tirato uno schiaffone all’uomo e poi lo ha colpito nuovamente sul volto con entrambe le mani.
Dopo qualche minuto è giunta una volante della polizia e la situazione, grazie all’intervento degli agenti, è tornata sotto controllo. In un’altra circostanza l’indagato si era piazzato davanti al tavolino dove la ragazza stava prendendo un caffè assieme a un conoscente e aveva iniziato a guardare i due con una preoccupante insistenza. La ragazza si era alzata dal tavolo e si era diretta verso il culturista intimandogli di andarsene.
Secondo il giudice Nicoli si è trattato di reiterate condotte lesive e persecutorie che hanno inciso sulla vita quotidiana dell’ex amica portandola all’esasperazione. Ma soprattutto l’hanno costretta a modificare le proprie abitudini di vita al punto da trasferirsi temporaneamente nella casa di colleghi di lavoro.
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