Triestino ai domiciliari per traffico di droga

Anche Trieste e un triestino coinvolti nell’operazione Tornado, portata a termine da polizia e carabinieri a Monfalcone, vero epicentro del traffico di stupefacenti sgominato dalle forze dell’ordine....
Bonaventura Monfalcone-03.04.2017 Conferenza stampa per l'operazione Tornado-Polizia e Carabinieri-Caserma dei carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-03.04.2017 Conferenza stampa per l'operazione Tornado-Polizia e Carabinieri-Caserma dei carabinieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Anche Trieste e un triestino coinvolti nell’operazione Tornado, portata a termine da polizia e carabinieri a Monfalcone, vero epicentro del traffico di stupefacenti sgominato dalle forze dell’ordine. Bilancio dell’attività investigativa svolta nel corso dell’azione congiunta: sette arresti e mezzo chilo di “roba” sequestrata, tra cui 250 grammi di cocaina. Valore 25mila euro. Il triestino agli arresti domiciliari è Andrea Dal Toè, artigiano di 44 anni. E Trieste era una delle piazze di approvvigionamento. Dal Toè era incaricato di trasportare gli stupefacenti e, nello scorso novembre, intercettato da un posto di blocco all’uscita di Ronchi, aveva buttato a terra un pacco di coca. La polizia lo aveva filmato ma lo aveva lasciato: un’auto civetta recuperava lo stupefacente, mentre Dal Toè sarebbe stato bloccato successivamente con il cosiddetto arresto differito.

Ma vediamo come funzionava il progetto criminoso. L’indagine è partita da un uomo che figurava meccanico ma in realtà faceva lo spacciatore. Ornado Ceta, 31enne nato a Tirana e residente a Gradisca, con officina (ora chiusa) in via 24 Maggio, era però solo un “pesce piccolo”. Le forze dell’ordine non hanno sottovalutato il giro e hanno lanciato da lì un’indagine capillare tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, conclusasi, solo dopo diversi mesi, una settimana fa. L’esito dell’articolata attività investigativa è stato illustrato ieri a Monfalcone, nella caserma di via Sant’Anna, dal comandante dell’Arma Daniele Panighello e dal vicequestore Stefano Simonelli, dirigente del commissariato di Polizia. Iniziata nell’autunno 2016 e proseguita fino a inizio anno, l’indagine congiunta delle forze dell’ordine e coordinata dalla Procura goriziana col sostituto Ilaria Iozzi ha condotto all’esecuzione di cinque ordinanze di misure cautelari e nove decreti di perquisizione domiciliare - verso soggetti «appartenenti a un sodalizio criminoso» che «spacciavano principalmente sul territorio» - in sedi sparse tra il Padovano (Abano Terme e Montegrotto), l’Isontino (Gradisca, Monfalcone, Ronchi), Trieste e Latisana. Di mercoledì gli ultimi arresti. L’ipotesi di reato è quella, a vario titolo, della detenzione ai fini di spaccio in concorso.

Quanto ai provvedimenti, il pregiudicato Claudio Di Benedetto, un monfalconese di 53 anni, disoccupato (ma in passato attivo come operaio presso ditte varie) e ritenuto dagli inquirenti al vertice del sodalizio, è stato trasferito al carcere di Gorizia; mentre il meccanico Ceta, il 52enne ristoratore di Abano Daniele Corradini e il triestino Andrea Dal Toè, 44 anni, artigiano, si trovano agli arresti domiciliari. Obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, invece, per Umberto Guarriello, monfalconese di 35 anni. Sono stati poi denunciati a piede libero B.B., albanese classe ’83, A.G. di Latisana del ’60 e F.A., 35enne macedone residente a Ronchi.

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