Troppe “gite” col morto, tredici indagati

Migliaia di trasporti di salme da una parte all’altra della città, preferibilmente al pomeriggio e di notte perché in quella fascia oraria l’indennità è sostanziosa. Più chilometri con i mezzi funebri, più soldi di indennità. E poi migliaia di sedute di bellezza per i defunti, in termine tecnico tanatocosmesi. Tutto, secondo il pm Cristina Bacer, per truffare l’AgegasApsAmga. Perché i morti in realtà non venivano quasi mai spostati, se non per le normali esigenze, e pochissimi venivano sottoposti a lifting estetico.
Sotto accusa sono finiti buona parte degli addetti ai servizi funerari dell’AcegasApsAmga. Si tratta di Marino Gallo, 61 anni, all’epoca responsabile del servizio. E poi di Stelio Ciocchi, 49 anni; Gianfranco Cossu, 38 anni; Maurizio Paluello, 46 anni; Enrico Franco, 57 anni; Matteo Gallo, 34 anni; Ermanno Maniago, 44 anni; Robero Mrkuza, 35 anni; Andrea Nider, 54 anni; Fabio Ozioni, 46 anni; Marjan Razem, 45 anni; Giuliano Tripar, 48 anni e Giancarlo Veronese, 44 anni. Domani compariranno davanti al giudice Enzo Truncellito per la prima udienza dibattimentale.

Stakanovisti. Erano apparentemente instancabili. Una squadra da guinness dei primati. Lavoravano sempre: questo risultava dai prospetti che giungevano ogni mese all’ufficio paghe dell’AgegasAps. Le auto funebri percorrevano ogni pomeriggio la città da Miramare a Sant’Anna e poi da Servola a Miramare e ancora da Gretta a Sant’Anna. A compilare le schede «aggiustate» era stato secondo le indagini nate da una segnalazione della stessa multiutility, Marino Gallo, il capo reparto. O meglio l’organizzatore dei trasporti frenetici. È stato Gallo, secondo l’accusa, ad attribuire ai lavoratori suoi colleghi attività in numero di gran lunga maggiore a quelle effettivamente prestate.
Qualche esempio. Nel mese di marzo del 2008 a fronte di 204 trasporti di salme, Gallo aveva indicato ben 1026 indennità. Come se per trasportare un defunto fossero andati almeno quattro o cinque addetti. La realtà secondo l’accusa è che sono state aggiunte ben 414 indennità spalmate sugli stipendi degli addetti senza che ne avessero avuto il diritto. In novembre di quell’anno a fronte di 178 trasporti al pomeriggio erano state indicate altre 1037 indennità, con almeno 503 servizi finti. E via di seguito fino a mese di agosto 2009 quando a fronte di 530 trasporti erano state contabilizzate ben 2400 indennità.
Ma la squadra di Gallo si è distinta, così emerge dalle indagini, anche per il numero incredibile di trattamenti conservativi praticati ai defunti. O meglio contabilizzati nelle buste paga dei singoli componenti del team di quello che secondo i numeri sembrava essere un salone di bellezza sempre in attività: un morto dietro l’altro, e almeno quattro addetti ogni defunto. Nel 2008 a fronte di 1227 trattamenti l’AcegasApsAmga ha corrisposto compensi per quasi 6mila indennità. Nel 2009, quasi 1200 trattamenti conservativi, in busta paga 8mila indennità. Un po’ meno nel 2010: a fronte di 1090 trattamenti, “appena” 3500 indennità. Quanto alla cura del corpo dei defunti la squadra di Gallo non è stata con le mani in mano. Per rifare il volto di dieci defunti sono state corrisposte per gli anni 2009, 2010 e 2011 ben 2920 indennità.
Tutti insomma hanno fatto qualcosa. Chi ha passato la cipria, chi ha tenuto il pennello, chi ha usato il pettine e così via. In particolare 236 indennità nel 2008 per sette fatture di tanatocosmesi, 1768 nel 2009 per 3 fatture. E se non ci sono defunti da truccare? Nessun problema. Tra gennaio e giugno del 2010 sono state liquidate 916 indennità senza nessun trattamento. Per i difensori (gli avvocati Massimo Pasino, Pietro Fornasaro, Antonino Guaiana, Antonio Baici, Mario Conestabo, Giannantonio Malfa e Franco De Robbio) non c’è stata alcuna truffa. Solo irregolarità amministrative. Quelle indennità erano gli straordinari imposti a seguito dell’aumento del numero degli appalti dell’AcegasApsAmga.
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