Ultimi giorni per il racconto dei profughi di Wagna

RONCHI DEI LEGIONARI. Il dramma della profuganza rivissuto in una mostra. Un dramma attuale che, a Ronchi dei Legionari ed in tutta la bisiacaria, trova radici profonde e che trovano origine nella prima guerra mondiale.
Immediatamente, dopo il 24 maggio 1915, in molti furono evacuati all'interno del regno d'Italia, dal Piemonte alla Sicilia. A migliaia partirono da Sdraussina, Fogliano, Ronchi dei Legionari, Monfalcone, ma anche dai paesi del Carso, diretti verso l'interno dell'impero austro-ungarico, in zone giudicate più sicure.
Alcune tracce di questa "diaspora" si ritrovano in diari e memorie che il Consorzio Culturale di Ronchi dei Legionari ha raccolto nel corso delle ricerche sul campo profughi di Wagna, dove molti fuggiaschi isontini furono raccolti e ospitati fino alla fine del conflitto. Il campo profughi di Wagna funzionò sino al novembre del 1918.
E sino a domenica questa storia può essere rivissuta nello spazio espositivo della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, in via Carducci. Il percorso espositivo inquadra innanzi tutto la dimensione europea del fenomeno degli spostamenti di popolazione, nelle aree dei diversi fronti di guerra.
Propone poi il quadro generale dell'esperienza dei profughi nell'impero asburgico, sia nella diaspora che nel sistema dei Barackenlager. Un'ampia sezione viene dedicata proprio ampo profughi di Wagna, proposto come "caso di studio" esemplificativo della struttura e dell'organizzazione dei grandi campi profughi in Austria.
Nella sala sono presenti anche tre postazioni sonore che propongono al visitatore brani di interviste a testimoni diretti della profuganza, registrate negli anni Ottanta e Novanta dal curatore della mostra Paolo Malni, mixate con le voci di due attori che propongono la lettura di brani di diari, memorie e documenti.
A guerra finita scomparvero le migliaia di croci di legno ed a ricordo di tanti morti rimase un'unica, grande croce in pietra, a dominare un grande prato verde.
Fu proprio qui che, nel 1952, per la prima volta un gruppo di ronchesi, assieme al parroco don Giovanni Battista Falzari, allacciarono i primi contatti con il Comune di Wagna. Si arriverà al 10 agosto del 1969 con la stipula di un patto di gemellaggio, sottoscritto dall'allora sindaco Umberto Blasutti, che dura tutt'ora. La mostra, sabato e domenica, può essere visitata dalle 10 alle 14 e dalle 15 alle 18. "Altrove 1915-1918. Memorie dal campo di Wagna e altre storie di profughi" è diventata di recente anche un libro prodotto dal Consorzio culturale.
(lu.pe.)
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