Ultimo saluto a Procentese, “re” della pizza

Il cuore l’ha tradito a 75 anni. Sua la prima “margherita” in città nel 1961, seguirono tanti locali

Se ne è andato a 75 anni Antonio Procentese, il primo ad avere infornato una pizza a Trieste nel lontano 1961. Fu lui in quell'anno ad arrivare da Napoli in città per fare il pizzaiolo nella prima pizzeria aperta qui, “Da Michele” in viale XX Settembre.

Di origini umili, i suoi genitori avevano un friggitoria a Napoli, con caparbietà e indiscutibili doti imprenditoriali Procentese è riuscito negli anni a costruire un vero impero della pizza in città, apprendo alcune tra le più frequentate e apprezzate pizzerie cittadine. A fine Anni ’60 inizia la sua attività come imprenditore aprendo con un socio e mettendo a disposizione le sue capacità lavorative, la pizzeria “La Lanterna” in largo Barriera. Davanti al forno dalla mattina a tarda notte, con le mani sempre in pasta ma sempre rigorosamente in camicia e cravatta, Procentese ha insegnato a centinaia di ragazzi l'arte della pizza. Nei ’70 apre un'altro locale di successo, la “Pizzeria 2000” in via Sette Fontane. Non era difficile scorgere a quei tavoli i politici del momento, gli imprenditori, gli sportivi e tra loro Nereo Rocco: proprio da Procentese acquistava bottiglie del suo vino preferito, l'Amarone. Nei '90 decide con la famiglia d’investire in un foro commerciale più centrale. Nasce così una delle pizzerie ancora oggi più conosciute e apprezzate, “Il Barattolo”. Centinaia di posti a sedere all'aperto che d'estate non restano un minuto senza un avventore. La sua spinta imprenditoriale non si ferma e diversifica le attività aprendo due case di riposo, tra le più moderne di allora. Lavoratore instancabile, quando il suo cuore improvvisamente pochi giorni fa ha smesso di funzionare per un arresto cardiaco, aveva appena terminato di preparare la pasta per la pizza. Chi l’ha conosciuto ricorda un uomo generoso, vulcanico, sempre alla ricerca di nuove sfide. «Mi ha insegnato - ricorda il figlio Maurizio - a essere altruista, a non essere attaccato al denaro, alle cose materiali e a lavorare per l'ambizione di farcela, di fare le cose per bene più che per il profitto». Antonio Procentese lascia la moglie Emilia, i quattro figli Alfredo, Anna, Maurizio e Giada e cinque nipoti. L'ultimo saluto ieri nella Chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo, a due passi dalla sua “Al Barattolo”.

Laura Tonero

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