Un anno e otto mesi per i fratelli Gurian

Un anno e otto mesi. È questa la pena che hanno patteggiato Maurizio e Paolo Gurian, rispettivamente ex amministratore delegato ed ex presidente della società specializzata nella progettazione e nella realizzazione degli impianti di refrigerazione e condizionamento e anche nella fornitura di celle refrigerate che era fallita nel luglio 2013. Aveva sede in via Pigafetta. I due fratelli Gurian erano accusati di aver prelevato i soldi dalla cassa prima che la ditta affondasse. In tutto oltre 260 mila euro. A pronunciare la sentenza è stato il giudice Laura Barresi dopo l’accordo tra il pm Matteo Tripani e i difensori, gli avvocati Emanuele Urso e Sergio Vida. Per quanto riguarda le accuse di tipo fiscale, invece, i fratelli Gurian compariranno davanti allo stesso giudice il prossimo 23 luglio.
Dalle indagini della Guardia di finanza sono emersi in particolare cinque prelievi effettuati materialmente da Maurizio Gurian, per la Procura senza alcuna documentazione giustificativa che comprovasse la destinazione del denaro a scopi aziendali. La presunta responsabilità del fratello Paolo è sostanzialmente quella di non aver vigilato per evitare appunto i prelevamenti arbitrari. Ma le indagini hanno anche evidenziato un'uscita - ritenuta anomala - di altri 50mila euro avvenuta in concomitanza con il fallimento. Somma che non è stata dichiarata neanche al curatore. Oltre ai soldi usciti dalle casse aziendali per scopi non ben chiariti, i finanzieri hanno accertato anche che prima della procedura fallimentare i fratelli Gurian avevano eseguito il pagamento del loro compenso per la cifra complessiva di altri 200mila euro. Questa operazione, secondo il pm, ha avuto sostanzialmente lo scopo di favorire se stessi come creditori della società a danno degli altri. Nello scorso febbraio il giudice Guido Patriarchi aveva disposto, su richiesta del pm Tripani, il sequestro per equivalente della somma di quasi 82 mila euro. Motivo: evasione fiscale. (c.b.)
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