Un argine a tutela dell’isola della Cona

Piene dell’Isonzo e mareggiate provocano erosioni che rischiano di allagare il centro visite e le strutture turistiche
Di Ciro Vitiello
Bonaventura Monfalcone-05.03.2014 Cambiamenti argine Isonzo-Isola della Cona-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-05.03.2014 Cambiamenti argine Isonzo-Isola della Cona-foto di Katia Bonaventura

STARANZANO. La Regione corre ai ripari per l’Isola della Cona prima che sia troppo tardi: se non si interviene in tempo il centro visite rischia di allagarsi a causa dell’erosione degli argini provocata dalle piene dell'Isonzo. E' arrivato uno stanziamento di 50 mila euro dal Servizio Biodiversità della Regione per gli interventi più urgenti, da utilizzare subito per l'emergenza, più altri 500 mila dal Servizio difesa del suolo concessi al Consorzio di bonifica che gestirà la manutenzione straordinaria e il ripristino dell'argine da effettuare entro il prossimo anno.

La notizia dello stanziamento è confermata dalla vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Erika Boscarol. Le preoccupazioni espresse già da tempo dal Comune, infatti, erano state trasmesse in Regione nel 2015 a seguito delle frequenti inondazioni naturali sia nella nell'area golenale dell'Isonzo che, dal lato canale Quarantia, il quale risulta esposto anche a mareggiate e alle escursioni dell'alta marea. Fenomeni naturali che anche oggi possono mettere in pericolo le strutture presenti alla Foce dell'Isonzo. Per questo motivo lo scorso anno il sindaco Riccardo Marchesan inviò all'ente regionale una relazione dettagliata nella quale veniva ribadito che gli argini esistenti, l'unica protezione idraulica dei ripristini e delle strutture della Riserva dal mare e dal fiume, «avevano oramai subìto gravi e diffusi fenomeni erosivi, tali da esser in serio e concreto pericolo di sfondamento provocando danneggiamenti dal valore incalcolabile». Il personale della Riserva, poi, a rafforzare questa tesi aveva provveduto nello stesso tempo a effettuare una ricognizione degli argini, producendo una relazione e chiedendo nel contempo di effettuare con urgenza un sopralluogo congiunto in zona (Comune e Regione), per valutare la difficile situazione. L'indagine degli operatori era stata compiuta in una delle aree di maggior rilievo della Riserva naturale Foce dell'Isonzo, cioè all'Isola della Cona. In quest'ambito sono infatti concentrate tutte le infrastrutture dedicate alla fruizione dei visitatori come il centro visite, la sentieristica, gli osservatori e il bar, compresi gli interventi di rinaturazione di zone umide unici nel contesto regionale. Negli ultimi anni alcune mareggiate particolarmente intense avevano peggiorato la situazione degli argini che separano i ripristini naturalistici dell'Isola della Cona e le annesse strutture dal canale della Quarantia e dalle barene sommerse dalle alte maree, danneggiandoli in più punti. Per questo motivo al fine di verificare lo stato dei fenomeni di erosione in atto vennero effettuati dal personale della Sbic (Pierpaolo Merluzzi, Matteo De Luca, Silvano Candotto) specifici sopralluoghi da terra e dall'acqua. Queste le conclusioni per le due più significative zone di rilievo. Per l'area delle strutture (Centro Visite, Bar del Pettirosso, posta cavalli) e dei ripristini più recenti, la situazione richiederebbe un intervento «arginale con rafforzamento della protezione di base anche mediante scogliera, in considerazione del fatto che verso il canale i fondali sono bassi e pertanto l'opera, se realizzata a regola d'arte, durerebbe a lungo». Per quanto riguarda, invece, l'area del ripristino della Marinetta e dell'omonimo osservatorio viene proposto il taglio delle zone legnose e un canneto artificiale.

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