Un blocco di cemento abbandonato a Ronchi deturpa l’ex Cotonificio

Nell’area pubblico-privata che ha riqualificato Vermegliano un iter complesso impedisce l’acquisizione delle aree verdi
Luca Perrino

RONCHI

I lavori, in quella zona, si sono conclusi ormai da anni, anche se proseguono in tutta la grande area dell’ex Cotonificio Triestino a Ronchi dei Legionari. Nessuno però si è preso la briga di togliere di mezzo i manufatti all’interno di una porzione di verde che si trova tra via dei Granatieri e via del Cotonificio. Si tratta di strutture in cemento, utilizzate nell’edilizia, che non solo si trovano in un posto pericoloso per i passanti, vista la loro instabilità, ma diventano ricettacolo di sporcizia a causa dei soliti maleducati: vengono infatti scambiati per un cestino dei rifiuti. L’area non è ancora del tutto pubblica: lungo e irto di difficoltà appare l’iter che permetta all’amministrazione comunale di essere proprietaria di tutta la zona. Ma molti si chiedono se non ci sia una via per costringere i proprietari di quei manufatti, esteticamente brutti, ma pure pericolosi e antigienici, a toglierli di mezzo una volta per tutte. Forse nelle pieghe del regolamento di Polizia urbana la possibilità ci sarebbe. Ne va, del resto, dell’incolumità delle persone.

Tutta la zona pubblica aspetta che venga trovato, finalmente, un accordo che non si riesce a raggiungere da anni. Gran parte delle opere di urbanizzazione previste sono state realizzate e collaudate parzialmente. Una trasformazione, quella ideata dalla “Bergum Immobili” di Bergamo, che davvero ha permesso di mutare il volto del rione di Vermegliano, con nuovi insediamenti abitativi, ma anche con l’utilizzo di fabbricati di archeologia industriale che sono stati posti a vincolo dalla Soprintendenza regionale. Il tutto in un’area complessiva di 57.005 metri quadrati. Sorse nel 1881 il Cotonificio Triestino, allora con la denominazione di “Tessitura meccanica di cotone”: messo in piedi dalla famiglia austriaca dei Brunner aveva 60 telai e di lavoravano 120 persone. Nel 1912 il cotonificio, filiale del Filatoio meccanico di Trieste, tra operai, impiegati e capi raggiunse quota 350.

Una grande area verde, collocata sullo spazio occupato da parte del vecchio capannone industriale, si estende su una superficie di 2.763 metri quadri, con la sistemazione di essenze arboree e di un prato deliminato da un percorso pedonale. Quelli che vengono definititi “parcheggi di relazione” si estendono su 7.082 mq lungo la viabilità principale, mentre per quel che riguarda l’illuminazione pubblica è stato previsto l’uso di 190 pali. La superficie dei percorsi pedonali, piazza, aiuole e marciapiedi è di 9.511 mq. —



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