Un boato e grande spavento nella notte Crolla il tetto di una palazzina a Straccis

L’edificio di via del Boschetto era disabitato, nessun ferito. Negativi i controlli di natura statica sulle abitazioni vicine
Bumbaca Gorizia 23.09.2019 Crollo via Boschetto © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 23.09.2019 Crollo via Boschetto © Foto Pierluigi Bumbaca



Giovedì 20 giugno, ore 3.55. Un botto squassò la città. Quella notte, a Gorizia, la ricordano ancora in tanti. Nitidamente. Quando, a causa di una fuga di gas, si accortocciò una palazzina di tre piani, causando la morte di tre persone: Sabina Trapani, Miha Ursic e Fabrizio Facchettin. In molte vie della città si udì un frastuono che diede quasi istantaneamente la misura che qualcosa di terribile era successo.

Ed è così che, nella notte fra sabato e domenica, si è immediatamente diffuso un sentimento di paura, angoscia, apprensione. Perché, attorno alle 24, è stato udito in alcune zone della città un rumore sordo, forte, che qualcuno non ha esitato a definire «un boato». Per fortuna, in questo caso, non ci sono state conseguenze per le persone. Nessun ferito, solo tanto spavento.

A crollare è stato il tetto di un edificio a due piani, completamente disabitato e abbandonato da parecchi anni. Nessuna esplosione, nessuna fuga di gas ma la conseguenza di tanti (troppi) anni di completa incuria e assenza di manutenzione, anche ordinaria. Qualcuno, addirittura, ha parlato superficialmente di una palazzina crollata: ma sarebbe bastato recarsi sul posto per scoprire che, in realtà, ad andare distrutto è stato il tetto e un muro perimetrale. Circostanza che ha trovato ampia conferma nelle parole di coloro che sono intervenuti in loco per verificare l’entità dei danni.

I vigili del fuoco, dopo aver ricevuto la chiamata allarmata di un vicino di casa, sono accorsi sul posto con un loro mezzo. Erano le 23.50, o giù di lì. Siamo in via del Boschetto, a Straccis, non lontano dal centro di accoglienza per i richiedenti asilo del Nazareno.

I pompieri, constatato che si era appena verificato il crollo della copertura, hanno provveduto a mettere in sicurezza l’abitazione, sistemando anche il fettucciato bianco e rosso per isolare la zona. I vigili del Comando provinciale di via Paolo Diacono hanno lavorato quasi due ore per controllare e sincerarsi che non vi fossero vittime sotto le macerie.

Non è stato necessario deviare la viabilità (non lontano c’è anche una scuola) perché i detriti sono rimasti all’interno del perimetro dell’edificio stesso. Ieri mattina, i vigili del fuoco, ma anche le forze dell’ordine, hanno effettuato nuovi sopralluoghi per accertare la causa del crollo. Va detto che la palazzina, come detto disabitata e abbandonata da anni, non si trova in una posizione isolata ma ci sono abitazioni vicine e “attaccate” all’edificio parzialmente crollato. Quindi, sono state effettuate anche le doverose verifiche di carattere statico per sincerarsi che non ci fossero conseguenze anche per le abitazioni circostanti e collegate, tutte regolarmente abitate. Vero è anche che il crollo si è verificato all’interno e non ha interessato i beni immobili vicini.

Gorizia è ricca, purtroppo, di abitazioni disabitate e molto degradate. Nei mesi scorsi, per motivi di sicurezza, si procedette (come si ricorderà) alla demolizione del rudere di via Cascino. E la stessa e obbligata sorte toccò all’altro edificio malandato di via Morelli, dopo una lunga e estenuante trattativa con la Soprintendenza ai beni artistici e architettonici che aveva posto sotto tutela la struttura per l’interesse storico che rivestiva. —



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