Un futuro commerciale per l’area dell’ex Ipercoop

GRADISCA. L'ufficialità potrebbe arrivare a breve, addirittura a cavallo fra la fine della bella stagione e l'inizio dell'autunno: c'è un futuro per l'area commerciale di via Venuti un tempo occupata dall'Ipercoop. E si tratta di qualcosa di più che un semplice rumor, se è vero che già nel febbraio scorso l'amministrazione comunale di Gradisca aveva ricevuto una comunicazione dallo stesso distretto "Isonzo" di Coop Consumatori Nordest dell'interessamento piuttosto concreto da parte di un'azienda privata a insediarsi nel polo commerciale - oggi vuoto e abbandonato - che si affaccia sulla Regionale 305. E che a sorpresa potrebbe dunque rifiorire. A confermare che in questi mesi le manovre di Coop Nordest, proprietaria dell'area, sono proseguite è l'assessore comunale al Commercio, David Cernic. Top secret comunque sulla natura dell'insediamento. «Quello che sappiamo è che a breve potrebbero esserci sviluppi - spiega Cernic - altri dettagli non sono a nostra conoscenza, ma l'amministrazione sta monitorando la situazione. Credo però vi siano buone chance che l'area di via Venuti possa contare di nuovo, nel futuro, su una destinazione commerciale e merceologica adeguata alle sue dimensioni e alla sua posizione».
Resta da comprendere dunque se all'ex Ipercoop possano insediarsi uno o più marchi ex novo, o se - come in un gioco di scatole cinesi - alcuni ridimensionamenti di aziende al Tiare Shopping di Villesse possano in qualche modo i loro riverberi su Gradisca, che per posizione e centralità - vedi la vicinanza col nuovo svincolo autostradale - rimane molto appetibile. Per la struttura (che come detto rimane proprietà di Coop) pare comunque improbabile un futuro nell'ambito food, cioè alimentare. Per ovvi motivi: non potrebbe essere interesse di Coop Nordest quello di ospitare un concorrente in casa propria e perdipiù a due passi da Tiare.
Tempo addietro per i locali dell'ex Ipercoop, trasferitosi al maxi parco commerciale di Villesse nel 2013, si era parlato di un interessamento del marchio di abbigliamento sportivo Decathlon. Ma allora le trattative non andarono oltre un semplice pour parler. Suggestiva, ma sulla carta remota, invece, l'ipotesi di un clamoroso ritorno sui suoi passi della stessa Ipercoop. Dopo l'addio a Gradisca dell'ipermercato "Isonzo", per trasferirsi a Tiare Shopping l'area di via Venuti è ormai da anni una triste scatola vuota. Il complesso misura oltre 5mila metri quadrati di superficie e contava su un bacino d'utenza di 300mila clienti l'anno che gravitavano anche attorno alla cittadina della Fortezza. Le amministrazioni comunali avevano provato a trovare delle soluzioni alternative per attrarre investitori. Un'area adiacente (l'ex Tonon) a suo tempo era stata vincolata a destinazione commerciale dal Comune, che aveva effettuato questa mossa urbanistica per tutelarsi in vista dell'addio di Ipercoop. Insomma, due aree commerciali ravvicinate eppure in questo momento desolatamente vuote. E non va dimenticato l'aspetto più meramente monetario: l'addio all'ipermercato "Isonzo" ha portato in dote anche qualcosa come 38mila euro in meno di introiti annui di Tari - cioè le entrate derivanti dal servizio raccolta e smaltimento rifiuti - per palazzo Torriani. Danaro che in tempi di magra fanno comodo alle casse degli enti locali e che potrebbero dunque ricomparire nei bilanci in caso di rilancio dell'area di via Venuti. Ne era anche scaturita nei mesi scorsi anche una rovente polemica in sede di Consiglio comunale, con l'opposizione che aveva tacciato la giunta guidata da Linda Tomasinsig di irregolarità tributarie per la mancata riscossione della Tari di Ipercoop, dal momento che in loco sono ancora presenti tutti gli allacciamenti e la struttura sia ancora agibile. Diversa l'interpretazione del Comune, attenutosi alla lettera alle disposizioni del ministero delle Finanze e ai regolamenti comunali sulla Iuc, che dispone come «non siano assoggettate al tributo le utenze non domestiche momentaneamente non attive seppur i locali non siano vuoti, indipendentemente dall'allacciamento alle utenze e dall'assenza di atti autorizzativi».
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