Un “impero” di 50 dipendenti L’esempio di Celik e Sation

RONCHI DEI LEGIONARI. Immigrati di successo. Il loro segreto? La voglia di lavorare e di scommettere su un settore che, sino al loro arrivo, era sconosciuto nella nostra regione. Era il 1999 quando, dall’Albania, arrivarono in Italia alla ricerca di un lavoro e di una vita migliore, i fratelli Celik e Sation Shuli, oggi 37 e 31 anni. La loro guida, allora come oggi, è il padre Xhevat, il perno sul quale ruota il successo e la coesione di questa famiglia.
La loro prima destinazione è stata Ancona dove Celik e Sation hanno trovato lavoro in una ditta operante nel campo dei ponteggi. Come la loro “Sca Montaggi”, fondata nel 2009 con sede a Ronchi dei Legionari e che oggi dà lavoro a 50 dipendenti specializzati, con un fatturato di 3 milioni annui.
«Lavorare duro è sempre stato il nostro punto di forza – racconta Celik –, senza pensare se sia lunedì o domenica. Certo, quella che facciamo noi e i nostri dipendenti non è una vita facile, ma le soddisfazioni non mancano e questo ci ripaga degli sforzi che tutti noi facciamo». Posa in opera di ponteggiature di tutte le dimensioni, anche quelle grandissime, nei settori della navalmeccanica, ma anche dell’industria e dell’edilizia e loro noleggio. È il settore in cui opera “Sca Montaggi” oggi presente in decine di cantieri in tutto il Friuli Venezia Giulia. Potendo contare su maestranze specializzate, uomini di 10 nazionalità diverse, tutti in possesso dello speciale e necessario patentino e tutti equipaggiati con dotazioni di sicurezza delle più sofisticate.
«Ogni anno – continua Celik – spendiamo migliaia di euro in queste dotazioni, perché operare su ponteggi alti anche 115 metri, come quello allestito a Jesolo, richiede estrema sicurezza. Siamo molto attenti a questo e chi lavora con noi sa bene che non può e non deve sgarrare. Ne va della loro vita e della vita delle persone che si trovano a transitare nei pressi del cantiere».
La svolta dell’azienda che ha sede in via San Lorenzo e presto si trasferirà nella zona artigianale ronchese, è avvenuto quando, qualche anno fa, è stata chiamata a collaborare alla costruzione di Porto Piccolo. Celik e Sation, sempre con la supervisione del padre, hanno pensato di poter fare il salto di qualità e di scrollarsi di dosso le tante difficoltà incontrare nei primi anni di permanenza in Italia, quando, alle dipendenze di un’azienda del sud, dovettero fare i conti anche con le paghe che non arrivavano. Nel corso degli anni sono arrivati nuovi collaboratori, come il geometra Marco Vittor che si occupa dell’ufficio tecnico, un ingegnere, e si sono aperte le porte all’occupazione. Sono state 6 le assunzioni nei primi due mesi del 2018.
“Sca Montaggi”, che fa parte del Consorzio ponteggiatori e principalmente opera nello stabilimento navalmeccanico di Panzano, dispone di 80 mila metri di ponteggi che arrivano a 100 mila con le strutture noleggiate a terzi. «Non abbiamo risentito delle crisi - prosegue Celik -. Credo che ciò sia dovuto alla nostra affidabilità e serietà, ma anche al fatto che siamo sempre disponibili e crediamo di saper lavorare al meglio per soddisfare la nostra clientela».
I loro ponteggi si possono notare dappertutto, in Friuli Venezia Giulia, dall’aeroporto cittadino sino all’alta Carnia. E presto l’insegna di “Sca Montaggi” si potrà vedere anche durante i lavori programmati all’ospedale triestino di Cattinara. Ma non solo. La storia dei fratelli albanesi è un di quelle che deve far riflettere e sperare.
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