Un plebiscito per il maxi tallero di Maria Teresa a Ponterosso

TRIESTE Pensavano a una statua da sette metri con basamento e si ritrovano un maxi tallero piantato in mezzo a piazza Ponterosso “ridotta” a salvadanaio. Il comitato per il monumento alla memoria di Maria Teresa, alla fine, fa “buon viso a cattivo gioco”. Il grande tallero di Maria Teresa, dopo aver sedotto la commissione giudicatrice (che gli ha assegnato 85 punti su 100), ha stravinto domenica la consultazione popolare ricevendo 475 preferenze su 869 votanti.
La proposta “MoneTa” di Nicola Facchini, Elena Pockay e Eric Gerini ottiene così un punteggio totale di 80,18, aggiudicandosi il premio da 15 mila euro oltre alla realizzazione del monumento. Non c’è stata storia. Basti pensare che il secondo arrivato, la proposta “Maria Teresa e Noi”, del duo composto da Paolo Ferluga e Lorena Matic, si è fermato a 43,18. L’imperatrice attorniata dai bambini, che si porta a casa comunque un premio da ottomila euro, è stata la vera sorpresa del voto popolare (205 voti) riuscendo a scavalcare il monumento equestre di Giovanni Andrea Panizon e Verjano Markezic (30,53 punti e cinquemila euro di premio).
L’idea del tallero, che stranamente era pure il logo del comitato, è venuta, hanno fatto sapere Facchini, Pockay e Gerini, «dall’usanza di porre questa moneta sotto una tegola del tetto di una nuova casa come segno di buon auspicio». Un’idea poi risultata vincente: «Il progetto prevede che la moneta venga incastonata nel pavimento della piazza per simboleggiare i denari dell’Impero che, all’epoca, sono stati impiegati per migliorare la nostra città trasformando Trieste in un grande salvadanaio».
E se su una faccia della moneta ci sarà l’effige della sovrana, l’altra sarà levigata e riflettente. Perfetta per i selfie con la luce del vicino Canale.
«Onore e merito ai vincitori», ha dichiarato Massimiliano Lacota nella conferenza stampa, annunciando che il comitato («che quando è nato due anni fa aveva pensato a un monumento tradizionale, una statua su un piedistallo») si scioglierà al momento dell’inaugurazione del grande tallero. «Non abbiamo in mente altre statue o monumenti», ha spiegato sorridendo. «Sono contenta perchè ha vinto il gruppo più giovane e soprattutto per il dibattito riacceso in città sulla sua storia», il commento di Laura Carlini Fanfogna, direttrice dei Musei civici oltre che componente della Commissione giudicatrice.
«Voglio ringraziare i cittadini per la partecipazione al voto. Quando uno sta un’ora e mezza in fila per votare vuol dire che c’è un grande interesse», ha spiegato la direttrice. In effetti domenica la fila di un’ora al seggio allestito a Palazzo Leo è rimasta per tutto il giorno e molti hanno rinunciato a esprimere la preferenza. «Abbiamo chiuso un’ora dopo il previsto per far votare tutte le persone in fila. Nessuno si aspettava un’affluenza del genere. Un voto ogni minuto e mezzo», ancora Lacota. Il tabù legato a Maria Teresa, insomma, è stato infranto. Ma non mancano le polemiche sul voto popolare.
«Di asburgico domenica c'è stata la disciplina dei cittadini che, pazientemente, hanno accettato di mettersi in coda e attendere anche due ore», scrive il consigliere comunale Pd Giovanni Barbo che annuncia una domanda di attualità sull’argomento: «Decisamente meno asburgica è stata l’organizzazione delle votazioni, anche vista l’aspettativa molto alta che c’era attorno all'argomento», In ogni caso restano i complimenti della famiglia imperiale che Lacota, rappresentante della Casa d’Austria in Italia, ha tramesso a tutti i triestini. “Viva l’A e po bon” come recita l’inno triestino.—
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