Un “prof” super eclettico con il pallino del volo che amava la montagna, la fotografia e la musica

IL PROFILOStimato docente di Campi elettromagnetici al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste. E uomo dalla grande passione per il volo. Il sessantacinquenne Roberto...

IL PROFILO



Stimato docente di Campi elettromagnetici al Dipartimento di Ingegneria e Architettura dell’Università di Trieste. E uomo dalla grande passione per il volo. Il sessantacinquenne Roberto Vescovo, quell’amore che gli ha riservato ieri un drammatico destino, l’aveva ereditato dal padre, generale dell’aeronautica.

Sposato con quattro figli, Vescovo era nato a Verona e dopo il matrimonio si era trasferito a Latisana. Aveva anche conseguito il brevetto di volo alcuni anni fa e poi, con non pochi sforzi economici, era riuscito a realizzare il suo sogno: acquistare quel monomotore Siai Marchetti Sf 260 che ieri, precipitando, gli ha strappato la vita. Ne andava orgoglioso e nei fine settimana, appena il lavoro gli consentiva di godere di qualche giornata di pausa, saliva a bordo del suo monomotore, facendosi accompagnare talvolta da un amico, come è successo ieri con Franco Mura, anche lui pilota esperto.

Appassionato di montagna ed escursioni, amava immortalare i rifugi che raggiungeva a piedi, come pure le vette e le lagune che sorvolava con il suo velivolo.

Tra le passioni di Vescovo, ricorda ora chi lo ha conosciuto, c’era anche quella per i gatti e la musica. Suonava bene il pianoforte, si divertiva a cantare, specialmente quando si ritrovava con gli amici, e si cimentava persino nella scrittura di racconti. Vescovo ogni giorno partiva da Latisana per raggiungere Trieste e dedicarsi all’insegnamento universitario. I colleghi dell’ateneo lo ricordano come «un insegnante eccellente, serio e molto amato dai suoi studenti» malgrado la materia che trattava fosse ostica e non sempre facile da affrontare. «Un uomo riservato e tutto d’un pezzo», insomma, molto disponibile, e con una mente da matematico, che amava il suo lavoro e i suoi studenti.

Vescovo aveva conseguito la laurea in Ingegneria elettronica a Trieste nel 1982, con 110 e lode, discutendo una tesi sulle antenne a riflettore. Nel 2001 aveva raggiunto, per concorso, l’idoneità a professore di ruolo di seconda fascia per il settore scientifico ed era stato chiamato a ricoprire quel ruolo proprio nella Facoltà d’Ingegneria di Trieste. Aveva quindi ricevuto la conferma in ruolo come professore associato nel 2004.

La sua attività di ricerca - si legge nel suo curriculum - era molto vivace, e gli aveva consentito di essere autore, o coautore, di oltre cento lavori, molti dei quali pubblicati su riviste internazionali specialistiche, con una considerevole percentuale a firma singola. Proprio quest’anno Vescovo aveva ottenuto un contratto con Huawei della durata di un anno, per lo studio e la messa a punto di tecniche di sintesi di “schiere circolari” per formare “zeri del diagramma di radiazione”, allo scopo di ridurre le interferenze elettromagnetiche. È stato anche promotore di una collaborazione con il Sincrotrone che ha finora portato all’acquisizione di alcune borse di studio di dottorato di ricerca, finanziate da Elettra, su temi riguardanti l’interazione tra campi elettromagnetici ed elettroni relativistici. —



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