Un raro gruccione egiziano avvistato all’isola della Cona

La sua presenza in Italia registrata solo 10 volte e dal 1950 il volatile non era mai stato osservato più a Nord della Liguria. È la 323.a nuova specie della riserva
Di Tiziana Carpinelli

STARANZANO. È un caso curioso, quello del Gruccione egiziano. Dal 1950 non lo si era osservato più a Nord della Liguria. Anzi, a dirla tutta, in Italia lo si era visto una decina di volte appena e qui, in regione, mai. Ora, come abbia fatto ad arrivare fino alle foci dell'Isonzo non è dato sapere, fatto sta che dopo tanti anni di avvistamenti rari e contatti ravvicinati con i volatili più bizzarri, all'Isola della Cona stavolta è approdata davvero una specie unica, un autentico “vip” tra i piumati: il Gruccione egiziano, per gli esperti Merops persicus. Si tratta di un volatile non presente nel nostro Paese, la cui segnalazione viene definita dagli ornitologi come un fatto “accidentale” e sicuramente straordinario, poiché tipicamente nidifica nel Sahara occidentale, nel delta del Nilo, in Medio Oriente fino all’Asia centrale e all’India occidentale.

Il gruccione egiziano è simile al più comune gruccione (Merops apiaster), ma differisce da quest'ultimo per le dimensioni leggermente più grandi e una colorazione verde brillante sulla maggior parte del corpo.

A segnalare, e soprattutto a testimoniare con un prezioso scatto fotografico, l'importante evento è stato Emanuele Coppola, noto esperto di fauna e massimo studioso italiano della Foca monaca.

Alcuni giorni fa, mentre era in viaggio per Pola (nell'Istria meridionale il baffuto mammifero oggetto delle sue ricerche è da anni una presenza consolidata), Coppola si è fermato per una notte al rifugio escursionistico dell'Isola della Cona, dove ha documentato la presenza di almeno un esemplare di Merops persicus. «Nonostante avesse notato un soggetto dal piumaggio decisamente anomalo, in mezzo alla "sarabanda" di gruccioni "normali" – riferisce Fabio Perco, direttore della stazione biologica -, lo studioso temeva in un primo momento di non aver potuto scattare delle immagini valide». Per fortuna non è stato così. «Per quanto ne sappiamo finora – prosegue – si tratta di un soggetto singolo e forse isolato, che frequentava la cosiddetta "collina dei gruccioni", visibile a pochi metri di distanza dal punto di osservazione schermato detto "Piropiro" dove insiste una consistente colonia di gruccioni eurasiatici (20-26 coppie almeno, ndr), attualmente intenta alla riproduzione». «Quella della Cona – sottolinea Perco - è, almeno fino a prova contraria, la più nordica delle segnalazioni finora registrata a livello nazionale. Si tratta di una specie nuova per il Friuli Venezia Giulia, la 384esima, mentre nell'area più ristretta della Foce dell'Isonzo si tratta della 323esima». «Sarà interessante verificare – conclude il direttore -, magari con l'aiuto di birdwatchers e fotografi naturalisti, se il soggetto in questione è veramente singolo o se la presenza di questa specie di origini nettamente meridionali potrà essere considerata in aumento, nel prossimo futuro. Certo piogge insistenti e da record del mese di maggio, appena trascorso, non farebbero prevedere qualcosa del genere ma, come si sa, la meteorologia e lo studio delle variazioni climatiche sono materie estremamente complesse». Insomma, prendendo in prestito una battuta dello stesso Perco, un solo gruccione egiziano non fa... riscaldamento globale.

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