Un torneo di calcio per ricordare l’amico Salvatore

RONCHI DEI LEGIONARI

Un anno fa, dopo la puntura di un calabrone, moriva, a Ronchi dei Legionari, Salvatore Ognibene, ferroviere di origini siciliane di 42 anni. Nei giorni scorsi il campo da gioco del circolo Acli ha ospitato un torneo di calcio per ricordare quella che era una persona dal cuore d’oro, col sorriso e una parola dolce sempre sulla bocca. Salvatore, hanno detto gli amici, era un padre e marito amorevole. Era un ottimo lavoratore. Era un grande appassionato di calcio, giocato e tifato. Salvatore era inserito nella comunità parrocchiale di Maria Madre della Chiesa, dove non mancava mai il suo contributo per le feste e per ogni altra occasione di incontro. Era stato uno degli animatori della tradizionale sagra che si svolge d’estate. «Era, era, era, era... purtroppo era! Un giorno – è stato detto durante la cerimonia di premiazione – il fato ha deciso per lui e, in un triste pomeriggio di circa un anno fa, se l’è portato via, lasciando un vuoto incolmabile». Un vuoto che amici, parenti e colleghi, presente anche il sindaco di San Pier d’Isonzo, Riccardo Zandomeni, hanno cercato di colmare in un abbraccio con la famiglia, la moglie Annalisa e i figli, disputando il torneo di calcio, sport a cui tanto s’era dedicato in vita. Il risultato agonistico è passato in secondo piano rispetto al messaggio di vicinanza a chi oggi è più solo: la famiglia e una comunità largamente rappresentata sul rettangolo di gioco.

Erano da poco passate le 21, Salvatore stava lavorando attorno alla sua moto sotto il porticato della sua villetta di via delle Curbine, a Soleschiano. A un tratto era stato punto molto probabilmente da un calabrone, il veleno non gli aveva dato scampo. Era stata la moglie, dapprima, a soccorrerlo, dimostrando una lucidità e caparbietà encomiabili. I sanitari del 118 a lungo avevano cercato di strappare Salvatore alla morte.–

LU. PE.