Una nuova nomina pontificia per l’arcivescovo Redaelli

Papa Francesco lo ha inserito nel Collegio per l'esame dei ricorsi in materia di delicta reservata 

la curiosità



Nuova nomina per Carlo Maria Redaelli, arcivescovo di Gorizia. Il Santo Padre ha appena nominato i nuovi membri del Collegio per l’esame dei ricorsi in materia di delicta reservata, istituito alla Congregazione per la Dottrina della Fede. E oltre a Redaelli, già a capo della Caritas, figurano quali componenti i monsignori Filippo Iannone, Andrea Migliavacca, Egidio Miragoli, Arthur Roche, Pier Antonio Pavanello e Cyril Vasil. A darne notizia l’edizione online di Voce Isontina, il bollettino dell’arcidiocesi di Gorizia.

Papa Francesco, inoltre, ha nominato membro supplente del medesimo collegio il monsignore José Luis Mollaghan. Secondo quanto specificato dalla norma dell’articolo 52 della Costituzione apostolica “Pastor bonus”, la Congregazione per la Dottrina della Fede «giudica i delitti contro la fede e i delitti più gravi commessi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti, che vengano ad essa segnalati e, all’occorrenza, procede a dichiarare o ad infliggere le sanzioni canoniche a norma del diritto, sia comune che proprio». Il Collegio è formato da sette cardinali o vescovi, che possono essere sia membri del dicastero, sia esterni ad esso. Il decreto generale esecutivo è stato promulgato mediante la pubblicazione su L’Osservatore Romano, ed è entrato in vigore l’11 novembre 2014.

Qualche cenno storico. Nel 1908 papa Pio X riorganizzò la Congregazione mutandone il nome in quello di “Sacra Congregazione del Sant’Uffizio”. Nel 1917 il Sant’Uffizio ricevette nuovamente la competenza dell’aggiornamento dell’Indice dei libri proibiti, sottraendolo alla Congregazione dell’Indice che fu soppressa.

Il 7 dicembre 1965 papa Paolo VI ridefinì e ampliò le competenze e la struttura della Congregazione e ne mutò l’antico nome di Sant’Uffizio in quello attuale con il motu proprio Integrae servandae. Fino al 1968, il prefetto della Congregazione era il Papa, il quale però raramente esercitava tale funzione, delegando tale compito a un cardinale, con il titolo di segretario. A partire da tale data il titolo di prefetto spetta al cardinale posto a capo del dicastero e il segretario è la seconda carica in ordine di importanza della congregazione. Papa Paolo VI operò quindi la più recente riforma della Congregazione, cambiandone il nome in quello di “Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede”, attualizzando i metodi usati per l’esame delle dottrine, e facendo prevalere il carattere positivo di correzione degli errori su quello punitivo della condanna, partendo dal principio che «la fede si difende meglio promuovendo la dottrina». In questa logica fu di fatto abolito l’Indice dei libri proibiti la cui ultima edizione era stata pubblicata nel 1948 sotto papa Pio XII.

Nel 1988 con la costituzione apostolica Pastor Bonus, Giovanni Paolo II ne ridefinisce nuovamente le competenze, precisando la funzione, la competenza e le norme della Congregazione per la dottrina della fede. —



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