Unabomber: Zornitta filmato mentre lima le forbici

In un video del 2006, che diventa pubblico, l’ingegnere nasconde ai carabinieri e manomette le famigerate lame. Zornitta è già stato prosciolto dai giudici. Intanto sta per iniziare il processo d’appello al poliziotto accusato di aver alterato la prova. Si sospettava che quelle lame fossero servite per fabbricare gli ordigni esplosivi
VENEZIA
. Caso Unabomber: mentre sta per iniziare il processo d'appello al poliziotto Ezio Zernar per manomissione di una prova (e il sospettato numero uno Elvo Zornitta intanto è stato prosciolto), diventa pubblico il video in cui si vede l'ingegnere che lima le lame di un paio di forbici dopo averle sottratte ai carabinieri che le avevano appena sequestrate. Lo fa dopo aver appreso che un altro suo paio di forbici sarebbe stato utilizzato per confezionare uno degli ordigni attribuiti al famigerato terrorista.


PROCESSO
. Il video, girato di nascosto nel laboratorio di casa dell’ingegnere, è pubblico perché è finito nel fascicolo aperto dalla Procura di Padova a carico del quotidiano La Nuova di Venezia e Mestre, accusata da Zornitta di diffamazione per aver dato conto in un articolo dell'esistenza del filmato. La Nuova di recente è stata prosciolta perché, come hanno stabilito i giudici padovani, corrisponde al vero quanto era stato scritto. Il filmato risale all’autunno del 2006 dalle forze dell’ordine all’insaputa di Zornitta, è anche visibile sul sito www.ilpiccolo.it.


LA VICENDA
. Da sempre la vicenda Unabomber è stata molto complicata. Sia per i personaggi che negli anni sono stati indagati, ma pure per le gelosie sorte tra coloro che indagavano. La sintesi di tutto questo lo si ha negli ultimi anni della vicenda quando l'attenzione del pool anti-Unbomber viene indirizzata esclusivamente sull'ingegner Elvo Zornitta.


INDAGATO
. Alla fine rimane l'indagato unico per i 28 attentati con oggetti carichi di esplosivo che vengono compiuti dal 21 agosto 1994 (tubo esplosivo alla ”Sagra degli osei” di Sacile), al 6 maggio del 2006 (bottiglia esplosiva a Santa Margherita di Caorle). In questi anni vengono ferite diverse persone e spesso il terrore condiziona la vita di chi si reca in spiaggia, nei supermercati, in chiesa o alle feste di paese: la trappola del dinamitardo scatta infatti nei posti e nei momenti più inaspettati.


POOL.
Si arriva quindi all'indagato Elvo Zornitta. Il pool di investigatori raccoglie una ventina di indizi a suo carico. Ma per i magistrati che indagano non bastano. Ezio Zernar, poliziotto esperto di balistica, propone allora di utilizzare la tecnica dei toolmarks. Cioè la possibilità di rilevare i segni - che sono unici - lasciati su un materiale dall'attrezzo che lo taglia. Un po’ come le rigature lasciate sul proiettile dalla canna di una pistola. Alla fine il poliziotto è convinto di aver trovato la compatibilità tra un paio di forbici sequestrati a Zornitta e un lamierino rinvenuto in un ordigno attribuito a Unabomber.


I GIORNALI
. Esce la notizia sulla stampa. L'ingegnere, che abita ad Azzano Decimo, il 4 settembre 2006, a pochi giorni da quella notizia, nasconde sul tetto di un capanno che usa come laboratorio una serie di attrezzi. Non sa di essere ripreso da delle telecamere piazzate dagli investigatori. Il 16 ottobre gli investigatori inviano due carabinieri a sequestrare gli attrezzi nascosti da Zornitta. Tutto viene ripreso. Le immagini immortalano Zornitta che, collaborando al recupero degli attrezzi riesce a nascondere, fuori dal capanno, un paio di forbici.


LA LIMA.
L'indomani poco dopo le 7 del mattino le recupera e le porta all'interno del capanno dove lima le lame una prima volta. Al pomeriggio, tornato dal lavoro intorno alle 13, rientra nel laboratorio, riprende le forbici e le lima una seconda volta con della carta vetrata. Perché l'abbia fatto resta un mistero. Per il pool che indagava su di lui doveva rispondere di questo e degli altri indizi a suo carico in un'aula di tribunale. Ma i magistrati hanno preferito proscioglierlo.



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