Va all’asta il futurista Marinetti

Un libriccino rilegato in pelle, stampato a Parigi nel 1908 è la star incontrastata dell’asta organizzata dalla “Stadion” il 2 e 3 marzo. Ha per titolo “La ville chernelle” e ne autore Filippo Tommaso Marinetti che vi ha anche apposto la propria firma a chiusura della dedica a Jean De Ricault. Il libriccino è importante nella storia delle letteratura per l’anno in cui l’editore Sansot l’ha pubblicato perché mancavano solo pochi mesi all’uscita fragorosa del Manifesto del Futurismo datato 1909.
Il piccolo volume stampato in “sedicesimo” faceva parte della ricca biblioteca del professor Guido Gioseffi, docente di letteratura francese ai licei Dante e Petrarca e poi alla Facoltà di Economia dell’Università di Trieste. Molti lo ricordano come punto di riferimento dell’Alliance Francaise e molti hanno avuto il privilegio di essere ammessi nel suo appartamento di via Carducci, ricco di preziose stampe d’epoca, alcune della quali dipinte a mano, cornici eleganti, libri rari, porcellane, argenti e mobili di pregio.
Tutto questo patrimonio di cultura e buon gusto, raccolto faticosamente in anni di ricerche, ora va all’asta per decisione degli eredi. Viene smembrato in mille rivoli, scomparendo in cento destinazioni “carsiche”e nvisibili ai i più, quando avrebbe potuto costituire il cuore di una collezione pubblica più ampia. Certo, i musei cittadini vivono un periodo “nero”, evidenziato dalla recente ondata di maltempo: ma con la vendita all’asta di quanto aveva raccolto il professor Guido Gioseffi, Trieste e la sua cultura sono più povere e meno collegati ai grandi filoni della cultura francese ed europea.
L’asta organizzata dalla “Stadion” offre agli appassionati ulteriori chicche. Uun “Putto” in bronzo di Marcello Mascherini, esposto alla mostra d’arte di Vienna nel 1935, già pubblicato sul Catalogo edito da Allemandi. Non mancano quadri di autori triestini tra cui Gino Parin, con un ritratto sorridente di modella: e poi ancora l’onnipresente Ugo Flumiani con un inusuale ”Giovane di profilo”; Paolo Klodic ha firmato invece un paesaggio invernale e non uno dei tanti pregevoli “ship portrait” che lo hanno reso famoso tra i collezionisti e gli appassionati. In questo settore spicca il “ritratto” di uno dei velieri del “capitano Ivancich” dipinto a tempera su carta da Gian Maria Dobrilovich. «Non se lo sarebbe lasciato scappare Carlo Sciarelli che di ship portrait nella sua casa ne aveva raccolti più di cento» ha affermato Furio Princivalli, titolare della casa d’aste. «Sciarelli si sarebbe alzato dalla sedia e avrebbe annunciato a tutti i partecipanti alla vendita: questo è mio, me lo prendo...»
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo