Vacche rubate sul Carso La pista porta in Slovenia

Spunta la pista estera nelle indagini sul furto di bestiame alla landa carsica di Doberdò del Lago. Tra le ipotesi al vaglio dei carabinieri, che anche ieri sono tornati sulla scena del reato - un pascolo distribuito su mille ettari e preso sotto tutela dalla rete d’impresa di alcune aziende agrituristiche - per effettuare rilievi, c’è quella, accreditata, di un trasferimento delle sei vacche gravide oltre confine, in Slovenia, dove i controlli sono meno serrati rispetto al nostro Paese. Non a caso i militari hanno preso contatto, come riferito da uno degli imprenditori che ha subìto il furto, con la Polizia di frontiera affinchè dirami la notizia di reato ai colleghi d’oltre confine, per i necessari controlli. Allertata anche la Guardia di Finanza.
Non si esclude comunque la pista nazionale, pur se tutti i dati relativi al bestiame vengono monitorati con attenzione ed «esiste una banca dati - come spiega il coordinatore del progetto della landa carsica, Andrej Lakovic dell’agriturismo Kovac, molto frequentato dai monfalconesi - che raccoglie ogni informazione». Dunque «se spuntassero sei vacche “Grigio alpina”, peraltro gravide, su un altro territorio, lo spostamento di bovini verrebbe senz’altro segnalato». Altro aspetto su cui i carabinieri stanno concentrando l’attenzione è quello del mezzo impiegato per prelevare le vacche, il cui valore a capo, oscilla sul migliaio di euro. Una mucca di quel tipo pesa circa 600 chili e non è chiaramente facile da occultare. Figuriamoci sei. «Occorrerebbe un mezzo in grado di sopportare un peso di oltre tre quintali - spiega Lakovic -, in pratica un camion da patente C».
Una considerazione, poi, va fatta. Scegliendo delle vacche gravide, che dovrebbero partorire tra 20 giorni, il ladro o meglio i ladri potrebbero aver atteso il momento giusto per agire. Cioè potrebbero aver lasciato che la gestazione giungesse a buon punto, in modo da cogliere subito i frutti, come si fa con un grappolo maturo. Magari queste persone, avendo peraltro scelto un particolare tipo di specie, oggetto di studio da parte dell’Università, e dunque svelando un’esperienza nel settore, non intendono macellare gli animali. Ma potrebbero averli “rapiti” a scopo riproduttivo, per aumentare il proprio parco mucche. Di qui la scelta di esemplari femmine e per di più gravide. Questo da un lato solleverebbe lo stato d’animo degli allevatori, che dopo aver fatto la denuncia sperano di recuperare le vacche e si appellano «a chiunque abbia visto qualcosa di strano» per «segnalarcelo prontamente: potrebbe essere utile». Lakovic definisce il furto «raccapricciante», in quanto altre due mucche finite nel mirino, più sfortunate, sono state trovate con le gambe spezzate e poi sono morte. Una delle due in conseguenza dell’aborto di un vitellino. L’allevatore esclude che il raid sia opera di un antagonista: «La concorrenza, anche in paese, c’è, ma nessuno farebbe mai una cosa del genere. E poi dove metterebbe le mucche, nel garage? L’ipotesi più accreditata è che le vacche siano oltre confine. Oggi (ieri, ndr) l’accaduto è stato segnalato alla Polizia slovena: speriamo saltino fuori vive. Siamo affezionati, qui da noi le mucche sarebbero morte solo per vecchiaia». «Confesso che abbiamo pensato di tutto - conclude Lakovic- anche al fatto che i musulmani prediligono questa carne e che le vacche potrebbero esser finite in un macello clandestino, ma per ora la pista più valida è quella slovena».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo