Via dei Porta, un belvedere sulla città

Tra le vie d’accesso al colle di Chiadino-San Luigi, via dei Porta “brucia” in poche centinaia di metri (è lunga mezzo chilometro) la distanza che separa la zona a valle dal culmine del colle. Dedicata a un’antica famiglia triestina, è stata da poco ristrutturata, con la collocazione di dissuasori che ridanno dignità ai marciapiedi impedendo il parcheggio selvaggio, di nuove infrastrutture sotterranee, e della pavimentazione in porfido. Interventi che danno respiro all’erta, permettendo al pedone/grimpeur di goderne appieno angoli caratteristici, androne, viottoli e portoni.
Cronometro alla mano – basta quello del telefonino - si parte dall’Itis, in via Conti. Dopo aver attraversato via Rossetti, comincia l’autentica ed elegante via dei Porta. Alla sinistra di chi sale c’è pure una piccola entrata al parco-giardino di Villa Engelmann, un gioiello che merita da solo un breve giro.
Qualche passo ancora, e l’erta inizia a picchiare e a far sentire la propria “personalità”. Nessun problema, anche perché attorno c’è tanto da osservare per consolarsi. Case patrizie e giardini che regalano sensazioni di un felice tempo ottocentesco, mentre alle spalle il panorama cresce e si intravvedono San Giacomo, il seminario, il campanile di piazzale Rosmini.
In molte proprietà ci sono dei pozzi. Siamo nella zona del Flysch e l’acqua non manca, un ulteriore beneficio per l’irrigazione dei terrazzamenti e dei giardini che qui abbondano. Giunti al culmine della prima rampa, una sterzata a sinistra e poi la strada si impenna di nuovo, questa volta non lontana dal 20 percento di pendenza.
E’ in questo tratto che si avvertono particolarmente i benefici dell’intervento di riassetto del fondo stradale e dei marciapiedi. All’altezza dell’intersezione con via dei Mestri, sempre a sinistra, la villa con giardino che un tempo era appartenuta a Nino Benvenuti. Sul cancello, alla fine degli anni Sessanta, era stata posta la riproduzione della “corona” mondiale dei pesi medi che il pugile aveva conquistato contro Emile Griffith.
Superata via del Mestri, si imbocca l’ultimo e strettissimo tratto di via dei Porta, oggi a senso unico, che immette sulla via di Chiadino. E’ un incrocio che per pendenza offre qualche brivido, specialmente per chi non è di Trieste e non è avvezzo ad affrontare con le quattro ruote balzi di questo tipo.
Per chi giunge provato all’incrocio, il consiglio è di prendere una sorsata d’acqua a una bella fontana, vicina e protetta da un muretto restaurato. Dopo basterà percorrere una cinquantina di metri e raggiungere il piazzale della chiesa di San Luigi Gonzaga, punto in cui abbiamo posto il traguardo virtuale della “crono” salita a piedi di via dei Porta.
Maurizio Lozei
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