Viaggi in auto con 13 chili di droga Il praticante avvocato torna dal gip
Altri traffici di droga per Pierpaolo Lenaz, 59 anni, il praticante avvocato spacciatore. Poche settimane fa è stato condannato a sei anni. Venerdì Lenaz comparirà davanti al gip Laura Barresi. Il pm...

Lasorte Trieste 10 06 05 - Processo Buosi - sentenza
Altri traffici di droga per Pierpaolo Lenaz, 59 anni, il praticante avvocato spacciatore. Poche settimane fa è stato condannato a sei anni. Venerdì Lenaz comparirà davanti al gip Laura Barresi. Il pm Massimo De Bortoli, a carico dell’uomo che è attualmente in carcere a Gorizia, ha definito un procedimento stralcio all’interno di quella più vasta indagine di droga che lo scorso 30 maggio aveva portato all’arresto di dieci persone da parte dei carabinieri. E tra i dieci arrestati c’era anche Lenaz, destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È difeso dall’avvocato Walter Zidarich.
I nomi più importanti della banda sono quelli di Fabrizio Sivelli e di Andrea Biasizzo Alborghetti. Ma anche di Franco Altin, l’insospettabile gestore dell’osteria “La farmacia dei sani” di via Giulia. Troviamo poi Davide Talantin, Roberto Procentese, Fabio Lussini, l’intestatario fittizio di una Lancia K con il doppiofondo custodita da Altin e utilizzata per gli approvvigionamenti di hashish da Torino a Trieste. E Lenaz in questa vicenda aveva il ruolo - è l’lemento nuovo che emerge dalla richiesta di rinvio a giudizio che riprende pari passo le conclusioni degli investigatori - di reimmatricolare in Bulgaria questa ed altre vetture usate per i traffici. Non solo, si occupava anche della gestione amministrativa e in alcune occasioni ha effettuato trasporti di hashish. Almeno, così risulta, ben 13 chili. Gli altri nomi degli indagati sono quelli di Andrea Pettirosso (che curava i rapporti con i fornitori piemontesi), Daniele Izzo Flak, Stefano Finessi, Andrea Antinoro, Gabriele Del Cielo, Cristiano Raimondo e Barbara Indiano. Infine i grossisti identificati dai carabinieri. Si tratta di Moulav Driss El Ainaoui, Mohammmed Khallati e Adberrahim Socrate.
Alcuni erano stati pizzicati in flagrante: uno beccato la sera prima della maxioperazione mentre acquistava 3 chili di marijuana da uno dei pusher poi ammanettati; un altro invece il mattino successivo quando, durante la perquisizione, i militari avevano rinvenuto in casa ben 20 chili di marijuana e mezzo di hashish. Inevitabile il carcere.
In prima battuta sembravano soggetti secondari rispetto ai capi, ma la quantità di droga che possedevano era rilevante. Difficile che fossero semplici spacciatori che si appostano all’angolo della strada a vendere qualche grammo ai ragazzini, quanto piuttosto veri e propri intermediari che trattavano chili di sostanze. Lenaz, come accennato, è stato condannato in appello per aver ritirato da un corriere alla stazione di Monfalcone un trolley pieno di hashish: la pena comminata è stata di sei anni e 45mila euro di multa. Era stato sorpreso dai carabinieri con la valigia (contenente 10 chili di droga) nel bagagliaio dell’auto.
Ma la storia del praticante avvocato merita un approfondimento a parte. La sua parabola è iniziata quindici anni fa. Quando era finito nei guai per aver incassato, per conto di un cliente e in qualità appunto di praticante avvocato, un assegno di 12 milioni di lire relativo a un risarcimento per un incidente stradale. Erano pian piano emersi altri episodi simili. Decine e decine di migliaia di euro pagati dalle principali compagnie assicurative per curare inesistenti traumi al rachide cervicale, riparare denti spezzati o guarire lesioni alla muscolatura. Tutto avvalorato da documenti sanitari assolutamente falsi. Accusa: appropriazione indebita. Lenaz è stato pure coinvolto in una storia di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina attraverso permessi di soggiorno facili. Si era sentito poi parlare di questo “avvocato triestino” - ma stavolta come asserita vittima - in un’altra vicenda giudiziaria. Era stato infatti oggetto di una misteriosa aggressione avvenuta sulle scale di un condominio dove aveva affittato un appartamento: il fatto era accaduto a Pernik, in Bulgaria, sede della sua ditta di auto. Era impegnato infatti in alcune attività di commercio di macchine tra Bulgaria, Italia e Grecia.
(c.b.)
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