Vietato il nome Collio alle strade del vino

di Matteo Femia
CORMONS
Quel nome non s’ha da fare. Parafrasando il Don Abbondio dei Promessi sposi, si potrebbe riassumere così una vicenda che si colloca ai limiti dell’autolesionismo, a causa di una burocrazia implacabile.
Al centro del caso c’è il nome “Collio”, che certifica un’area geografica a cavallo dell’ex confine, terra di vini, enogastronomia e turismo. Concetti che si riuniscono anche in quei percorsi stradali che si dipanano lungo le colline di quella zona, e che sarebbero stati chiamati “Strade del vino Collio” se non ci fossero di mezzo problemi relativi a leggi piuttosto severe che impediscono, di fatto, che quelle arterie portino quel nome. A tutto discapito della diffusione del concetto-Collio tra i turisti e i visitatori di passaggio.
A spiegare nei dettagli l’intrigo, è Roberto Komjanc, responsabile del progetto “Strade del vino e dei sapori del Goriziano”, come oggi si dovranno intitolare quei percorsi. «Alla base di tutto il problema c’è la legge 61 dell’8 aprile 2010 che prevede la tutela delle denominazioni d’origine – sottolinea Komjanc – all’articolo 26 vi sono indicazioni precise che tradotte dal burocratese sostanzialmente significano che se la strada del vino prende il nome “Collio” c’è il rischio che venga segnalata alle autorità competenti con la conseguenza di dover pagare una sanzione amministrativa di 20mila euro».
«Abbiamo chiesto lumi al Consorzio Collio, che detiene la responsabilità di questo nome, e ci sono state fornite indicazioni su come avremmo dovuto muoverci -spiega Komjanc -: ci siamo così tenuti ai loro suggerimenti modificando così l’originaria idea di chiamare le strade “del Collio” in “del vino e dei sapori del Goriziano” proprio per evitare di incappare in ostacoli di tipo legislativo che tutelano il nome mantenendo nello stesso tempo la vocazione enoturistica che le arterie devono avere».
Un problema, quello riguardante la denominazione “Collio”, che rischia di lambire così altri soggetti che hanno inserito nel loro nome questa parola: d’ora in poi ci sarà da fare i conti con la legge 61 dell’8 aprile 2010 e con i cavilli del suo articolo 26. La speranza è che alla fine le regole della burocrazia non siano un ostacolo insormontabile per lo sviluppo vitivinicolo e turistico di tutta l’area tra Cormons e Gorizia.
»Anche se c’è chi urtilizza il nome Collio per altre iniziative, sempre di sviluppo turistico ed enogastronomico, come Collio slow che priomuove l’utilizzo della piste ciclabili oppure come l’associazione Piccolo Collio che promuove le Vespe gialle. D’altra parte non si può neppure dimenticare che Collio è anche il nome di un territorio geografico.
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