Caso vigili a Monfalcone, la diffida del Comune al Sapol: «Basta falsità riferite alla stampa»

La lettera del segretario generale Stabile al sindacato e per conoscenza ai «dipendenti interessati»

Tiziana Carpinelli
Agenti della Polizia locale in pattugliamento serale katia Bonaventura
Agenti della Polizia locale in pattugliamento serale katia Bonaventura

 

Ci sono ciambelle che proprio non escono col buco. La vertenza in corso tra Comune e sindacato maggioritario dei vigili, il Sapol, è una di queste. Del resto, che i rapporti da critici si potessero fare tesi, s’era intuito già alla conferenza stampa di inizio settimana in Municipio. Quando, sibillina, la consigliera delegata alla Legalità e sicurezza Anna Cisint aveva fatto capire agli organi d’informazione in sala giuntale che, dal suo punto di vista, era ora di dare un taglio a una trasposizione di fatti che non coincide coi report in possesso all’amministrazione.

E allora non stupisce più di tanto – benché lei, l’eurodeputata leghista, non l’abbia riferito in quella sede né ora intenda commentare ulteriormente – la lettera di diffida che il segretario generale Luca Stabile ha redatto. Destinatari il Sapol Fvg, il suo coordinatore regionale Beppino Michele Fabris e, per conoscenza, i «dipendenti interessati».

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Anna Cisint e Luca Fasan durante la conferenza sui vigili (Bonaventura)

Un atto, si legge nell’incipit di missiva, «a fronte delle continue esternazioni rilasciate e apparse anche sulla stampa» dalla sigla, su «circostanze che non solo esulano dai poteri sindacali di rappresentanza posti a tutela dei lavoratori», ma che «risultano destituite di qualsivoglia fondamento», insomma «non corrispondenti a verità».

Di qui la diffida a Sapol e Fabris a «non divulgare – anche tramite mass media (stampa, tv, social, eccetera) – dichiarazioni, informazioni, elementi, del tutto inconferenti, strumentali, distorsivi e non corrispondenti alla verità e realtà dei fatti». Parole che «non solo oltrepassano i limiti di ordinaria rappresentanza», ma «fuoriescono, altresì, dall’ambito esclusivo e specifico di trattazione della questione».

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Agenti della Polizia locale di Monfalcone in servizio serale di controllo del territorio foto Katia Bonaventura

Giustificherebbe la ratio, il fatto che «al personale interessato è stato rilasciato il nulla osta per “mobilità volontaria”, in data 14 luglio». Ma non solo. «Va da sé – scrive Stabile – che i lavoratori interessati hanno sempre la facoltà di far valere i propri diritti, se ritenuti violati, innanzi al giudice civile».

Il segretario dell’ente, a postilla, ricorda infine che i dipendenti «hanno l’obbligo, fra l’altro, di rispettare il Codice di comportamento dei dipendenti pubblici, astenendosi dall’arrecare lesioni, danni all’immagine e alla reputazione del proprio datore». «Si avvisa – conclude il dirigente – che, in difetto, verrà adita l’autorità giudiziaria competente, nessuna esclusa, a tutela dell’amministrazione e della sua immagine pubblica, anche in veste di datore di lavoro, senza ulteriore preavviso o sollecito».

Fin qui la diffida, ora le parti. Il Comune. Vuole forse un sindacato in sordina? No, viene detto off record da chi in Municipio questa storia la segue. Ma l’amministrazione ha vissuto la vicenda come uno «screditamento» dell’operato, come la squalifica di «un ente che invece, fin qui, ha sempre ben agito». Ora, insomma, la misura sarebbe colma. E la diffida? «Solo una tutela dell’ente, cioè di un soggetto pubblico che rappresenta tutti i cittadini», così la fonte a taccuini chiusi. Come mai la firma è solo del segretario generale, non del sindaco? «Un atto tecnico, di figura che è a capo del personale», la risposta della fonte interpellata.

Il sindaco Luca Fasan, ieri in via Rosselli, viene raggiunto al termine di una cerimonia, per una dichiarazione: «Parlare di questo, ora, a voce? No. Manderò una nota dopo, semmai». Comunicato stampa però non pervenuto.

E allora il sindacato, che col coordinatore regionale Fabris fa sapere di aver immediatamente girato all’ufficio legale della sigla la lettera in questione: «Si potrebbe configurare una presunta attività antisindacale e intimidatoria, per il tono dell’ultima frase rivolta ai dipendenti, ma questo lo dirà eventualmente un giudice se si va a vertenza», dice al telefono. Sempre stando al segretario, «una cosa così non l’ho mai vista in tanti anni di sindacato».

«Prima volta che ricevo una lettera di questo tenore – ribadisce – e pertanto, come Sapol, ci chiediamo se sia frutto di un prodotto politico o meno e per tale ragione chiederemo, per capirlo, un incontro urgente col sindaco Fasan e la consigliera delegata Cisint. Francamente non si capisce di cosa ci accusino». «Siamo invece contenti – continua Fabris – che abbiano recepito alcune delle nostre proposte, dal corso-concorso all’aumento di organico o alla formazione collettiva del taser. Ci possono essere ancora margini di miglioramento, magari dotando tutto il corpo dei guanti anti-taglio, cioè fornendo un paio a ciascun operatore (il materiale è già presente tra le dotazioni, ma pare in qualche unità, ndr), e del casco antisommossa».

Sullo sfondo, nella vertenza che ancora vede in piedi lo stato di agitazione, un possibile ricorso al blocco degli straordinari e l’eventuale secondo round dell’astensione, con lo sciopero stavolta in concomitanza di un altro grosso evento, la tradizionale Fiera di San Nicolò del 5 dicembre. Sempre che dalla diffida non si passi ad altri livelli di contenzioso.—

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