Villaggio del fanciullo: chiude l’area educativa

Dopo la dismissione della tipografia, cessa a gennaio il servizio per i minori. Otto gli esuberi. «Non c’è richiesta». I sindacati: «Ci hanno tradito»
Una delle strutture del comprensorio del Villaggio del fanciullo (Lasorte)
Una delle strutture del comprensorio del Villaggio del fanciullo (Lasorte)

A un anno quasi esatto di distanza dal licenziamento di 23 tipografi per cessazione dell’attività a causa di crescenti deficit di bilancio l’Opera Villaggio del Fanciullo di Opicina apre le trattative sindacali per l’esubero di 8 operatori della Comunità educativa per minori, che altrettanto chiude i servizi di residenzialità. Due ville dell’immenso comprensorio da oltre 100 mila metri quadrati di parco sono già serrate col lucchetto, i ragazzi ospitati ormai non superano il numero di 6.

È la situazione economica cui guarda la Curia proprietaria del Villaggio del Fanciullo a dettare la nuova misura, ma indubbiamente le politiche sociali verso i minori in situazioni difficili sono molto cambiate da quando la Comunità aprì i battenti all’inizio degli anni Cinquanta soprattutto in aiuto ai profughi istriani, e ormai i ragazzini con crisi o assenze familiari, o più gravi casi di disagio, sono accompagnati a servizi diversi, e non più collettivi, da collegio. In Comune sono allo studio organizzazioni innovative.

Fatto sta che il presidente dell’Opera Villaggio del Fanciullo, don Roberto Pasetti, che alla “cacciata” dei tipografi venne, assieme al vescovo Giampaolo Crepaldi, ferocemente criticato (i 23 dipendenti allontanati ne chiesero le dimissioni) oggi non si lascia scappare molte informazioni, trincerandosi dietro la riservatezza imposta dal fatto che «ci sono dei minori coinvolti, di cui è in corso il trasferimento ad altra sede».

Crisi, a Trieste chiude la tipografia del Villaggio del Fanciullo
Lasorte Trieste 22 01 04 - Villaggio del Fanciullo

Secondo altre voci i giovani ospiti sarebbero praticamente tutti sulla via di raggiungere la maggiore età, cosa che don Pasetti invece nega. «La Chiesa promuove sempre attività di tipo sociale - afferma il presidente -, ma ormai si dimostra che di questo specifico servizio a Trieste non c’è più bisogno. I bilanci? Stiamo tuttora ristrutturando tutta l’Opera Villaggio del Fanciullo».

Girano voci che quelle palazzine starebbero per essere appaltate a cooperative per servizi agli anziani, forse anche case di riposo, ma don Pasetti non deroga alla scelta del silenzio: «Voci ne sento anch’io - risponde -, quando ci sarà un fatto certo, daremo la notizia».

Al Villaggio del Fanciullo sono in servizio 57 dipendenti in totale, gli esuberi di cui è stata data comunicazione ai sindacati sono appunto 8, e tutto l’organico sopravvissuto ai 23 tipografi aveva l’altr’anno acconsentito, con accordo sindacale, ai contratti di solidarietà, in qualche caso con stipendio ridotto al 50%.

«I contratti di solidarietà scadono il 31 gennaio 2015 - afferma don Pasetti - e coi sindacati stiamo già parlando della possibilità di un rinnovo».

«Non sono nemmeno sicuro che ci presenteremo al prossimo incontro - afferma invece Virgilio Toso della Cgil-Fp -, perché la grande generosità dimostrata dal personale, che ha accettato la solidarietà per consentire al Villaggio di pagare a rate il trattamento di fine rapporto ai tipografi, altrimenti sarebbe fallito, e dunque per “salvare” il lavoro di chi restava, oggi viene tradita in questo modo. Avevamo dato una mano. E pensare che il ministero, in un anno, non ha ancora integrato un solo euro della “solidarietà”, forse i soldi arriveranno all’inizio del 2015. Ci è stato detto che la Comunità educativa produce deficit. Ma noi a questo punto siamo più propensi a impugnare i licenziamenti piuttosto che a fare un nuovo accordo. Una trentina sono i dipendenti di questo servizio, tutti professionalizzati nel tempo con corsi di formazione. E poi: si reinveste? Come? Con chi? Su che cosa? Si parla di nuovi progetti per il comprensorio, ma non ci è stata data alcuna informazione. Un’amarezza, c’è chi pur guadagnando la metà ha fatto anche 12 turni notturni al mese, e ha lavorato nei giorni festivi. Umanamente, è pesante».

Restano invece attivi a Opicina, e in gran forma, molto frequentati, i corsi professionali: cucina, pasticceria, grafica e altri abilitanti a specifiche professioni (anche a pagamento). Poi ci sono corsi di formazione per il reimpiego dei cassintegrati, e altri servizi di cui il sito dell’Opera del Villaggio del Fanciullo è informatore generoso. Della Comunità educativa non si parla nemmeno.

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