«Volevo portare lavoro, Gorizia mi ha snobbato»

Lo sfogo di Nino Famà che era pronto ad aprire una fabbrica di elicotteri nell’area del “Duca d’Aosta”: «Se il mio progetto non interessa, vado a San Marino»

C’è la disponibilità di un imprenditore ad aprire uno stabilimento in città. E Gorizia, che fa? Lo snobba, non lo chiama, non lo coinvolge: nemmeno ci fosse la fila di investitori pronti a sbarcare in questo lembo di Nordest e ci si potesse permettere di selezionare questa o quella proposta.

La storia è quella di Nino Famà, proprietario, ideatore e deus ex machina della modenese “Famà helicopters” che vorrebbe aprire la sua fabbrica di elicotteri a turbina nell’area dello scalo Duca d’Aosta. L’area prescelta si trova sull’altro lato dell’aeroporto, nella zona che ospitava la ditta Bramo. A Gorizia si puntava a produrre la carrozzeria mentre in Slovenia dovevano essere realizzati i motori: questo perché nel Paese vicino l’iter di certificazione dei motori è assai più snello e veloce che in Italia.

Sin qui nulla di nuovo: abbiamo dato conto di questa novità nel giugno scorso. Semmai, la novità è che l’iniziativa rischia di arenarsi, mettendo a serio rischio la realizzazione del tanto strombazzato “Polo aeronautico”, cardine per il rilancio dell’aeroporto cittadino.

Famà, a che punto siamo con il progetto?

C’è un problema. A suo tempo, quando ho avuto modo di presentare le nostre intenzioni alle istituzioni goriziane grazie ad Adriano Ceccherini (project manager della Pipistrel, ndr), avevo registrato grande interesse e la possibilità di ottenere anche qualche finanziamento per favorire il nostro insediamento. “Le daremo una risposta”, dissero. Sapete com’è andata? Da Gorizia, a parte Ceccherini, non si è fatto sentire più nessuno: nè la Camera di commercio, nè il Comune, nè la spa dell’aeroporto. Nessuna lettera d’intenti, niente di niente. E sono rimasto, a dir poco, interdetto.

Una situazione imbarazzante...

Almeno mi avessero detto: “Caro Famà, bisogna attendere un anno, tieni duro, siamo con te”. Niente. Silenzio. E non vi nascondo che, arrivati a questo punto, ci stiamo guardando attorno per individuare location alternative.

Avete già qualche idea?

A San Marino sarebbero contentissimi di ospitare il nostro stabilimento. Proposte ci sono arrivate anche dalla Spagna e dalla Croazia e le stiamo valutando con grandissimo interesse.

Quindi, il capitolo-Gorizia rischia di chiudersi ancora prima di essersi aperto?

Non chiudiamo la porta in faccia a nessuno, ci mancherebbe altro. Chiaro è che sceglieremo il primo che ci darà un aiuto concreto. Gorizia a me piace parecchio: ha una posizione ottimale, è nel cuore dell’Europa e la vicinanza dell’aeroporto è di fondamentale importanza per la nostra tipologia d’attività. Sino a prova contraria siamo l’unica azienda in Italia, dopo l’Agusta, che costruisce elicotteri che funzionano.

Da quando esiste la Famà helicopters, quant’è il fatturato, quanti i dipendenti?

La nostra azienda ha sede a Solignano di Castelvetro in provincia di Modena. Esiste dal 2009 e ha un fatturato di 3 milioni di euro. Oggi conta due capannoni e una dozzina di dipendenti ma l’attività è in grandissima espansione, tant’è che in futuro potremmo riuscire a dare lavoro a 200 persone. C’è un altro aspetto.

Quale?

Non ce la facciamo nemmeno a stare dietro a tutti gli ordini. Oggi, riusciamo a costruire un elicottero al mese ma abbiamo richieste per realizzarne quattro e anche più ogni mese. Per questo, vogliamo espanderci. Peraltro, se troviamo il sostegno adeguato, l’idea è di spostare tutta l’azienda a Gorizia.

Parliamo del vostro elicottero Kiss 209m?

Nasce dalla voglia di realizzare un prodotto completamente rivoluzionario, sia nell’aspetto tecnologico che in quello economico. Siamo riusciti a realizzare l’unico elicottero ultraleggero con carrello retrattile e motore a turbina, con ampio vano portabagagli, autonomia di 3 ore più un ulteriore ora installando il serbatoio supplementare, velocità 185 Km/h, realizzato tutto in fibra di carbonio con componenti principali meccanici monitorati elettronicamente.

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