Vuoti e a rischio crollo gli alloggi dei militari

Nel degrado gli appartamenti a Palmanova e nella frazione di Jalmicco. Uno solo risulta abitato
PALMANOVA. Avevano rappresentato il primo processo in assoluto in Italia di permuta tra beni civili e militari. Erano l’orgoglio e l’esempio di una città capace di dimostrare come le società civile e militare potessero coesistere perfettamente, anzi trovare la giusta integrazione. Ora vertono in uno stato di preoccupante abbandono.


Sono gli appartamenti per i militari in via Gorizia a Jalmicco e nel pieno centro storico di Palmanova, a ridosso di piazzetta Collalto. Nella frazione di Jalmicco, su sedici appartamenti, solo uno è ancora abitato. Addirittura le palazzine della città stellata sono a rischio crolli per quanto siano fatiscenti. Naturalmente sono immobili del Demanio e il Comune non può farci nulla.


C’è una lunga, quanto interessante, storia che accompagna queste abitazioni e che risale allorché sindaco di Palmanova era Ermes Battilana. Il primo cittadino di allora riuscì a stipulare una convenzione tra amministrazione comunale e forze armate che stabiliva il passaggio della caserma Hermada, ormai obsoleta e non più utilizzata dai militari, al Comune. In cambio l’Ente civico trasferiva aree ed edifici di sua proprietà al Demanio per garantire ai militari di stanza nelle caserme del territorio comunale le necessarie abitazioni.


Questa operazione di vicendevole trasferimento di beni salì alla ribalta della cronaca nazionale, proprio in virtù del fatto che mai prima era stata effettuata un’operazione del genere. Come ben si sa, all’ex caserma Hermada sono stati ricavati duecento appartamenti di edilizia convenzionata gestiti dall’Ater, tutt’ora occupati e mantenuti efficienti. La stessa cosa non è valsa invece per le abitazioni passate alle forze armate che via via sono state abbandonate e inesorabilmente vertono in uno stato di preoccupante degrado.


«Effettivamente sono oltre una trentina le abitazioni militari, molte delle quali ormai si possono considerare completamente inagibili, soprattutto quelle del centro storico – afferma il sindaco Francesco Martines –. Questo fenomeno degli appartamenti militari abbandonati però si riscontra a livello regionale. Certo che in una comunità di ridotte dimensioni come la nostra, il problema appare sicuramente più eclatante. È chiaro che le competenze sono demaniali e noi, come amministrazione comunale, non possiamo che dare degli eventuali suggerimenti affinché queste case possano trovare nuovi residenti». «È altrettanto palese – conclude – che il Demanio voglia arrivare a dei ricavi per la possibile vendita di questi immobili, ma sappiamo bene quanto la burocrazia in questo settore sia complessa e lunga».


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