Dal lusso del Saturnia al design: Zinelli&Perizzi compie cent’anni

L’azienda triestina taglia il traguardo del secolo di attività nel settore dell’arredo. Il ceo Silva: «Oggi le persone chiedono progetti e soluzioni»

Marianna Accerboni
La mostra nello showroom Spaziocavana (fotoservizio Francesco Bruni)
La mostra nello showroom Spaziocavana (fotoservizio Francesco Bruni)

Cent’anni di bellezza, arredamento, design e decorazione a Trieste, in Italia e all’estero, a terra e in mare: Zinelli&Perizzi, azienda triestina leader nel settore dell’arredo e del design, festeggia il secolo di attività con un duplice evento e un’elegante pubblicazione.

Una mostra che s’inaugura sabato, dalle 11 alle 19, nello showroom Spaziocavana, sede definitiva dal 2009, e un convegno all’Auditorium Generali in Porto Vecchio, cui hanno partecipato il ceo Ottavio Silva, ora alla guida con Luisa Cimador e Gianni Vittor; Oliviero Giotto e Giorgio Capitanio, storici interior designer e maestro tappezziere, introdotti da Roberto Morelli.

Special guest, Gilda Bojardi, direttrice della prestigiosa rivista di design e arredamento “Interni” e di tutte le altre pubblicazioni dell’abitare di Mondadori, ideatrice del FuoriSalone, Compasso d’oro, laurea in architettura ad honorem al Politecnico di Milano, curatrice di mostre internazionali. Incontro moderato da Federico Prandi, conclusosi tra le note di Teo Luca Rossi e Andrea Binetti.

«Essere a Trieste, che non visitavo da tempo – ha detto Bojardi – e scoprire alla Zinelli&Perizzi ciò che non conoscevo in modo così approfondito, è un’occasione data da tale anniversario, che racconta la storia del design italiano. La Zinelli&Perizzi è stata antesignana nel prevedere che andavano offerti non solo prodotti ma progetti – cosa che oggi tutti fanno – che accolgono dei prodotti nella loro globalità: dal pavimento al rivestimento, all’oggetto, al divano ma all’interno di un’idea di progetto coordinato pur nelle differenze dell’offerta».

«Negli ultimi vent’anni – ha confermato Silva – tutto è cambiato: la gente non ha più bisogno del prodotto ma di soluzioni, perciò abbiamo dovuto trasformarci in arredatori, creando progetti per tutti i tipi di ambienti».

L’atmosfera dello showroom è infatti estremamente creativa e variegata: due poltrone danesi anni ’60 con rivestimento Dedar, presentate all’appuntamento internazionale Paris Déco Off 2025; l’iconico tavolo di cristallo con ruote del 1980 di Gae Aulenti, un tavolino di Enzo Mari, il divano Knoll anni ’70 con tessuto Nobilis, la libreria Nuvola Rossa di Vico Magistretti e qui e là un raffinato design di luce di Ingo Maurer o la lampada innovativa con funzione domotica integrata della tedesca Occhio.

Tutt’intorno la densa rassegna riassume con documenti, immagini e pezzi d’arte l’intensa vita dell’azienda, tra le più longeve e rappresentative del design italiano. Accanto alle fascinose foto del 1927 con i lussuosi arredi della Saturnia, cui seguiranno più di 100 altre Grandi Navi, ai foulard per la Barcolana, alla promozione di eventi culturali, in un foglio scritto a mano con grafia accurata i dipendenti ringraziano con deferenza e affetto i nuovi titolari.

È il 1950 e Nino e Tullio Perizzi hanno da poco raccolto il testimone del padre Giovanni, intraprendente fondatore morto nel ’45, di cui è esposto un disegno esecutivo di arredi. Accanto ci sono i biglietti d’auguri del designer veneziano Alessandro Pianon perché inizialmente il rapporto con la Serenissima è molto forte tant’è che Nino e Tullio aprono il primo negozio insieme al marchio Rubelli, produttore in laguna di magnifici tessuti. Nel 1959 inaugurano lo showroom in via San Nicolò e stringono la collaborazione con il veneziano Sergio Zinelli, aprendo poi altre sedi a Roma, Venezia, Milano, Padova e Firenze.

Il 7 novembre, finissage della mostra, i pezzi esposti saranno all’asta e il ricavato devoluto alla Fondazione Burlo Garofolo, come hanno rilevato il presidente Gabriele Cont e Marco Rabusin, direttore di Oncoematologia del Burlo nel ringraziare Ottavio Silva per il generoso supporto nel progettare l’arredo dell’Ospedale.

Riproduzione riservata © Il Piccolo