Chitarra strumento di vita: i triestini 40 Fingers alla conquista del mondo

Mercoledì 19 e giovedì 20 novembre al Rossetti le colonne sonore dei film in chiave moderna riarrangiate da Brenci, Grafitti, Vittori, Milanesi: le loro storie e il palco

Sara Del Sal
Enrico Maria Milanesi, Matteo Brenci, Andrea Vittori, Emanuele Grafitti: I 40 fingers sul palco con le loro chitarre
Enrico Maria Milanesi, Matteo Brenci, Andrea Vittori, Emanuele Grafitti: I 40 fingers sul palco con le loro chitarre

 

Alla conquista del mondo con le loro chitarre. Matteo Brenci, Emanuele Grafitti e Andrea Vittori con Enrico Maria Milanesi stanno portando alto il nome di Trieste non solo in giro per l’Europa, ma anche negli Stati Uniti. E si stanno chiudendo le date per una serie di concerti anche in Australia e in Oceania la prossima estate. Nessuno di loro immaginava che, ormai quasi 10 anni fa, trovandosi a suonare per passione, si sarebbe dato vita a un progetto crossover capace di riempire i teatri, come hanno recentemente fatto con Monaco di Baviera, città in cui hanno dovuto aggiungere una seconda data dopo un tutto esaurito sulla loro prima data.

I 40 fingers sono un fenomeno da numeri incredibili di visualizzazioni online ma sono tra i pochissimi gruppi capaci di tradurre click su piattaforme internet in biglietti venduti. Brenci, Grafitti e Vittori sono nati a Trieste, dove hanno iniziato a suonare la chitarra. Milanesi è cresciuto a Pordenone, ed è partito dal pianoforte approcciando la chitarra dal momento in cui ha conosciuto i Led Zeppelin. A Trieste ci sarebbe arrivato in seguito, per l’università, dove ha conseguito la laurea in Economia diventando poi Commercialista, conoscendo gli altri musicisti che, 8 anni fa, dopo che Marco Steffé ha dovuto lasciare il progetto, lo hanno chiamato per entrare a far parte della band.

Vittori è partito dalla chitarra acustica da adolescente per poi passare all’elettrica. La sua passione per diversi generi, che spaziano dal rock alla musica celtica passando per le sonorità irlandesi lo hanno portato ad avere familiarità con la chitarra acustica. La sua formazione si è completata con l’accademia di musica moderna di Fiesole, che ha una sede a Monfalcone in cui ha frequentato i corsi. Brenci invece ha studiato chitarra alla Scuola di Musica 55 con Steffé come insegnante, mentre frequentava lo scientifico all’Oberdan. Ha proseguito gli studi iscrivendosi a Economia e Commercio prima di concludere con il Dams a Gorizia.

Oggi insegna chitarra moderna. Grafitti ha iniziato a 7 anni a suonare la chitarra ma lo ha fatto per assecondare il desiderio della sua vicina di casa che voleva un compagno per approcciare lo strumento musicale. A 8 anni però Grafitti ha iniziato il Conservatorio Tartini dove ha concluso a 19 anni il corso di chitarra classica a cui è seguito il corso di chitarra jazz. Non si contano le masterclass che ha frequentato. Parallelamente ha frequentato lo scientifico Oberdan. La loro formula, che presenteranno anche in Italia, con un tour che arriva oggi e domani al Rossetti, mette insieme le storiche colonne sonore dei film riarrangiate per chitarra con grandi hit senza tempo e anche qualcosa di loro.

«Abbiamo tantissimi brani nostri pronti – rivela Brenci – ci piace lavorare agli arrangiamenti di brani famosi e sperimentare, vedendo poi la reazione del pubblico. Una cosa che piace al pubblico, spiega Milanesi, è l’interazione che abbiamo tra noi: ci divertiamo e siamo amici, questo viene percepito». Della loro città concordano sul fatto che sia «contraddistinta da un’alta cultura musicale e che abbia da sempre formato musicisti di livello, ma dal covid si sono persi i locali in cui ritrovarsi per suonare. La nostra città favorisce la passione per la musica e riceve l’influenza dei paesi vicini, che ci portano ad essere più europei che italiani – spiegano – e sarebbe bello che ci fossero posti in cui fare musica ogni sera, come in altre città». —

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