A Demetrio Volcic cronista della Storia il Premio Tomizza

«La visione in chiave europea di pacifismo e tolleranza tra popoli di mio marito, tesa a superare le conflittualità ideologiche che queste nostre terre hanno, per i ben noti motivi storici, politici...
«La visione in chiave europea di pacifismo e tolleranza tra popoli di mio marito, tesa a superare le conflittualità ideologiche che queste nostre terre hanno, per i ben noti motivi storici, politici e culturali, insite nel loro dna, non è sempre stata accettata né, tantomeno, condivisa. Probabilmente i tempi non erano maturi o, per meglio dire, le ferite non ancora rimarginate. Ciò premesso, Trieste, in anni di forti scontri ideologici e divisioni nazionalistiche ha però contribuito molto alla valorizzazione sia della sua figura di scrittore sia di sostenitore della pacifica convivenza interculturale».


Alla presentazione a Palazzo Gopcevich del “Premio Tomizza” 2017, Laura Levi Tomizza è andata dritta al punto senza giri di parole, confermando, a tredici anni dalla sua istituzione, l’attualità del riconoscimento promosso dal Lion Club Trieste Europa, con l’obiettivo di premiare una personalità che nel tempo rispecchi quelli che erano i principi cardine dello scrittore istriano, ma anche i pilastri del movimento lionistico. A conquistare quest’anno il premio nel nome dell’autore di “La miglior vita”, il giornalista e politico Demetrio Volcic, storico amico di Tomizza e della moglie Laura, che venerdì 16 giugno alle 19.30 lo ritirerà nel corso della cerimonia aperta al pubblico all’hotel Greif Maria Theresia. «In tempi difficili e di estrema conflittualità come i nostri - hanno convenuto il past president del sodalizio, Dario Stechina e l’assessore comunale alla Cultura, Giorgio Rossi - la candidatura di Volcic condivisa all’unanimità dalla giuria, oltre a essere molto attuale, rispecchia fedelmente le linee indicate dal premio». «Con questa scelta il giornalismo si fa storia», ha inoltre aggiunto Stechina, prima di cedere la parola alla presidente Jadranka Cavcic, per una breve excursus biografico del vincitore. Classe 1931, Volcic, nato a Lubiana con studi a Trieste, è l’icona – in tempi in cui le vicende politiche e sociali del pianeta le si apprendeva solo dalla carta stampata, dai tv e dalla radio – del corrispondente dai paesi dell’est. Dal ’68 al ’93, nelle case degli italiani ciò che avviene dietro la cortina di ferro lo si scopre dalle accurate, e alle volte condite pure da un pizzico di black humour, corrispondenze dell’inviato speciale da Praga, Bonn, Vienna e soprattutto Mosca. Durante gli anni dell’epocale caduta dei regimi comunisti, ha visto e raccontato «cataclismi, dittatori al limite della paranoia, ma anche aneddoti grondanti ilarità», come spesso afferma, aggiungendo inoltre che «sono sopravvissuto da spettatore a quei teatri dell’assurdo giungendo alla conclusione che la sofferenza altrui non aiuta a capire la propria, produce solo sensi di colpa e ilarità». Le proprie riflessioni e analisi dello scacchiere politico internazionale le ha riversate in alcuni saggi, tra cui “Mosca. I giorni della fine” , “Est. Andata e rotorni nei paesi ex comunisti” , “1956. Krusciov contro Stalin”. Nel ’66 lascia il giornalismo per dedicarsi alla politica: senatore dal 1997 al 2001, dal ’99 al 2004 è inoltre membro del Parlamento europeo nelle fila dei Democratici di sinistra. Sempre in campo internazionale, è relatore per l’ingresso nel 2004 di dieci nuovi paesi in Ue, in particolare, come ha sottolineato Cavcic, si è speso per sostenere il processo di avvicinamento della Slovenia all’Ue.


In linea con le finalità di mutua comprensione e pacifica convivenza nelle nostre terre (ma non solo) il premio “Tomizza” negli anni è stato attribuito a personaggi di spicco quali Predrag Matvejevic, Corrado Belci, Fulvio Molinari, Giorgio Pressburgher, Monica Bulaj, Simone Cristicchi e Paolo Rumiz. Nel corso della cerimonia al Greif Maria Theresia al giornalista sarà consegnata inoltre un’opera dell’artista triestino Giancarlo Bernardi.


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