A Klagenfurt letterature e immagini di confine

Da domani a venerdì studiosi di tredici università a confronto sulla cultura dell’Alpe Adria

All’Università di Klagenfurt, da domani a venerdì, con il sostegno del Land della Carinzia, del consolato onorario di Klagenfurt e della Fondazione Friuli e in cooperazione con l’Università di Udine, si svolgerà il Convegno internazionale di studi “Alpe Adria. Letterature e immagini di confine”.

«Oltre che come fattore di divisione, il confine può intendersi quale punto d’avvio nell’ipotizzare un dialogo proficuo. Perché lo scambio e il confronto intorno alla frontiera può dividere, ma anche unire». È questa l’ottica del convegno di cui è promotrice Angela Fabris che, dopo la laurea a Trieste, dal 2012 è professore di Letterature romanze all’Università di Klagenfurt. In questo senso, alla luce di un percorso professionale che si snoda nell’ambito delle regioni alpino-adriatiche, la studiosa ha concepito e organizzato – assieme a Cristina Benussi dell’Università di Trieste, Ilvano Caliaro dell’Università di Udine e Ricciarda Ricorda dell’Università Ca’Foscari Venezia – un convegno internazionale sull’Italianistica che vede la partecipazione di 13 Università distribuite tra Austria, Italia, Slovenia, Croazia, Serbia e Bosnia-Erzegovina. Ai membri del comitato scientifico si alterneranno relatori di spicco provenienti dalle Università di Klagenfurt, Trieste, Udine, Venezia, Capodistria, Pola, Fiume, Lubiana, Spalato, Zagabria, Zara, Sarajevo e Belgrado. Il punto di partenza del convegno si focalizza sulle dinamiche della regione Alpe Adria, ossia in relazione a uno spazio ampio e duttile in cui coesistono, si scontrano e si confrontano nazionalità e identità diverse che, sottraendosi a un’unica connotazione, appaiono frammentate, fluide e composite. Sono identità insidiate, imposte, perdute o ricostruite in virtù di vicende storiche e politiche o sulla scia di un confronto culturale sensibile a più versanti. Il convegno intende sondare questi aspetti, superando la dimensione della testimonianza e del documento, attraverso gli strumenti della comunicazione non solo letteraria ma anche visiva e filmica, alla luce di un confine mobile, soggetto a oscillazioni. Il convegno, dopo il saluto delle autorità e di Angela Fabris, prevede un’introduzione di Cristina Benussi e include un vasto panorama di autori strettamente legati a Trieste: dalle figure classiche di Italo Svevo e Scipio Slataper, a quelle sensibili ai conflitti come Fulvio Tomizza o agli scambi e ai contatti come Vladimir Bartol (di cui parlerà Miran Košuta), fino ad abili sperimentatori di generi e suggestioni di frontiera quali Francesco Burdin. Non mancheranno tuttavia echi contemporanei, con comunicazioni intorno a Mauro Covacich e Ana Cecilia Prenz.

Si inizierà domani alle 15 nella Stiftungssaal dell’ateneo carinziano quando una ventina di studiosi si alterneranno nel presentare i risultati delle loro ricerche in materia letteraria e filmica e nell’illustrare la situazione dell’Italianistica nei rispettivi atenei. In questo senso, uno degli obiettivi essenziali sarà quello di promuovere nuove forme di cooperazione, secondo un’ottica sensibile al confronto e aperta al futuro. Il convegno si avvale anche della partecipazione della Società italiana per lo studio della modernità letteraria (Mod) e si propone di divenire un appuntamento fisso; per un’Italianistica sensibile – nelle sue molteplici declinazioni – ai passaggi di frontiera.



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