A Milano l’ultimo omaggio al critico Gillo Dorfles e Venezia ricorda «il grande maestro del nuovo»

MILANO. Il mondo dell’arte e della critica ha portato l’ultimo saluto a Gillo Dorfles, il critico d’arte triestino scomparso venerdì a Milano, dopo 107 anni di vita intensa, immersa nell’arte, nella...
Il critico d'arte, pittore e filosofo italiano, Gillo Dorfles, in occasione dell'inaugurazione nelle Gallerie di Piazza della Scala dell'esposizione temporanea "1963 e dintorni", 4 giugno 2013. .ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Il critico d'arte, pittore e filosofo italiano, Gillo Dorfles, in occasione dell'inaugurazione nelle Gallerie di Piazza della Scala dell'esposizione temporanea "1963 e dintorni", 4 giugno 2013. .ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

MILANO. Il mondo dell’arte e della critica ha portato l’ultimo saluto a Gillo Dorfles, il critico d’arte triestino scomparso venerdì a Milano, dopo 107 anni di vita intensa, immersa nell’arte, nella bellezza, nella cultura. Ieri è stato un lento via vai, alla camera ardente a Cormano, riservata ad amici e parenti, aperta fino alle 18. Al suo fianco, il nipote Piero Dorfles, giornalista e critico letterario, da anni al timone del programma radiofonico di Radio3 “Per un pugno di libri”, più amici, collaboratori, semplici cittadini. E tra le molte attestazioni anche Venezia rende omaggio al grande critico: «Un maestro della critica d’arte, assiduo frequentatore delle Biennali. Una persona con qualche tocco di magia”, ha detto Paolo Baratta, presidente della Biennale. A ricordare la vitalità di questo gigante dell’arte, sia come critico che come artista, anche la storica dell’arte e direttrice dei Musei Civici di Venezia Gabriella Belli: «È stato il padre di intere generazioni di critici e storici dell’arte - ha detto commentando la notizia della sua scomparsa - a cui ha letteralmente cambiato le prospettive tradizionali, mettendo in gioco finalmente tutti gli aspetti del ’900, dalle innovazioni al design fino alle nuove tecnologie. È stato il padre del cambiamento di una mentalità. Tutti abbiamo studiato sui suoi libri. Grazie a lui chi come me si occupa d’arte contemporanea ha cominciato a guardare non solo all’arte con la A maiuscola, ma anche ai “fenomeni” culturali e a tutto quello che era “innovazione». Lui è stato il primo a sdoganare ogni novità: dai video al cinema, dalle performance al kitsch.

Giovanna Pastega

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