A night for Aretha, tre voci femminili per l’omaggio alla regina del soul

Stasera in piazza Marconi lo show “Respect” con Elena Vinci, Joy Jenkins e Michela Grilli
MUGGIA Un concerto per celebrare un mito: la regina del soul Aretha Franklin. Con canzoni come “Like a natural woman”, “Think” e “Respect”. È proprio a uno dei suoi brani più celebri che deve il titolo lo spettacolo a ingresso libero che intende omaggiare l’intramontabile artista spentasi nell’agosto 2018, “Respect! A night for Aretha” in programma stasera a Muggia, alle 21, nell’ambito di “Star(S) in piazza”.
 
«Aretha - spiegano i promotori - merita un enorme rispetto, essendo stata definita una delle più grandi voci del Novecento». Icona della cultura afroamericana e del femminismo (di cui si fece portavoce in molti brani), Lady Soul cantava magistralmente ogni canzone, con un’intensità e un’originalità che le venivano dalla mescolanza tra la musica delle sue origini (gospel e blues) e la sua capacità di trovarsi sempre in sintonia con gli accadimenti del suo tempo. Il progetto, nato nell’autunno scorso, vede riunite sul palco di piazza Marconi Elena Vinci, Joy Jenkins e Michela Grilli, supportate da una band composta da Angelo Chiocca al sax, Marco Ballaben alle tastiere, Jimmy Bolco alla batteria, Giorgio Ruzzier alla tromba, Francesco Cainero al basso ed Emanuele Grafitti alla chitarra. In scaletta, le grandi ballate si alternano a pezzi dal ritmo incalzante e altri, come Chain of fools, contraddistinti dal groove che solo la Black Music conosce.
 
«L’idea – rivela Elena Vinci, cantante e corista di PinkOver, Mike Sponza e 6 Pence - mi è venuta appena saputo della sua scomparsa: provengo dal soul e mi sembrava doveroso dedicare un tributo a quella che ne è stata la regina assoluta. È un omaggio fatto con il cuore e con l’anima. Conosco Joy fin dall’età di 15 anni - riprende - e siamo entrambe molto prese dal genere, avendo interpretato anche lei per molti anni un repertorio soprattutto funky, ma comunque di black music; le ho avanzato la proposta e ha accettato immediatamente. Abbiamo pensato allora di chiamare Michela, anche lei appassionata di black music e dotata di una voce soul che si prestava molto bene al progetto; per di più lei e Joy cantavano già insieme nel Canto libero. Quindi abbiamo costruito la band con gli elementi più adatti a questo repertorio. La principale caratteristica di Aretha - conclude - era il coraggio: mi è sempre piaciuta la sua forza d’animo: essere donna e per di più di colore nell’America di quegli anni non era certo facile. È stata un esempio per tutte le donne». —

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