«Non c’è tempo per l’addio»: a Trieste la presentazione delle poesie da Gaza assediata

Oggi, giovedì 8 maggio, alle 17,30 alla Libreria Lovat 

Elsa Nemec
Un bambino in un campo profughi tra le rovine della Striscia di Gaza
Un bambino in un campo profughi tra le rovine della Striscia di Gaza

«Non c'è tempo per grandi funerali e addii adeguati,/ non c'è molto tempo: un razzo furioso sta arrivando,/ ci accontenteremo di un bacio veloce sulla fronte/ e un addio rapido, aspettando la nuova morte./ Non c'è tempo neanche per l'addio.” Scrive in una poesia del 9 ottobre 2023 la poetessa palestinese Heba Abu Nada, morta pochi giorni dopo a Khan Yunis, uccisa da un bombardamento israeliano. La sua è una delle trentadue strazianti poesie di autori palestinesi raccolte nel volume “Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza” che verrà presentato giovedì 8 maggio, alle ore 17,30 presso la Libreria Lovat Trieste (Viale XX Settembre 20).

“Il loro grido è la mia voce. Poesie da Gaza” (Fazi Editore, traduzioni dall'arabo di Nabil Bey Salameh e dall'inglese di Ginevra Bompiani e Enrico Terrinoni, pp. 145 euro 12,00), è curato da Antonio Bocchinfuso, Mario Soldaini e Leonardo Tosti, con una prefazione dello storico israeliano Ilan Pappé – che si augura: «Forse questa raccolta contribuirà a erodere in qualche misura lo scudo di silenzio e disinteresse che garantisce immunità ai responsabili del genocidio a Gaza» e interventi di Susan Abulhawa, autrice del bestseller “Ogni mattina a Jenin”, e del premio Pulitzer Chris Hedges, ex corrispondente di «The New York Times» da Gaza. La raccolta comprende una selezione di poesie di dieci autori palestinesi: Hend Joudah, Ni’ma Hassan, Yousef Elqedra, Ali Abukhattab, Dareen Tatour, Marwan Makhoul, Yahya Ashour, Heba Abu Nada (uccisa nell’ottobre 2023), Haidar al-Ghazali e Refaat Alareer (ucciso nel dicembre 2023). Il libro vuole essere anche una iniziativa concreta di solidarietà verso la popolazione palestinese. Infatti, per ogni copia venduta Fazi donerà 5 euro a EMERGENCY per le sue attività di assistenza sanitaria nella Striscia di Gaza. A Trieste l'evento è in collaborazione con Adesso Trieste. Alla presentazione del libro parteciperanno i tre curatori e Nurah Omar, vicepresidente dell'Associzione Culturale Islamica di Trieste.

Dopo gli orrori della Seconda Guerra Mondiale intellettuali come Theodor Adorno si chiesero se fosse ancora possibile scrivere poesia, ma poesia si seguita a scrivere perché può trasformarsi in una sorta di munizione contro il nemico che vuole annichilirti, in una consolazione al dolore, in un monito e una manifestazione di speranza. La poesia oggi per i palestinesi è soprattutto un atto di resistenza. Si appellano alla forza delle parole come a una ultima possibilità di salvezza. Le poesie di autori palestinesi raccolte in questo volume, sono in gran parte state scritte a Gaza dopo il 7 ottobre 2023, nel vivo della tragedia della guerra in Palestina, in condizioni di estrema precarietà: poco prima di essere uccisi dai bombardamenti, come ultima preghiera o testamento poetico (Abu Nada, Alareer), mentre si è costretti ad abbandonare la propria casa per fuggire (al-Ghazali), oppure da una tenda, in un campo profughi dove si muore di freddo e di bombe (Elqedra). Perché la scrittura, come ricordava Edward Said, è «l’ultima resistenza che abbiamo contro le pratiche disumane e le ingiustizie che sfigurano la storia dell’umanità».

Nabil Bey Salameh, nella sua nota alla traduzione delle poesie dall'arabo scrive: «Leggete queste poesie non solo con gli occhi, ma con l’anima. Ascoltate la loro musica, il loro ritmo sottile. Che siano per voi un ponte verso la comprensione, un inno alla dignità, e un ricordo che la bellezza, anche nelle situazioni più difficili, può ancora fiorire». —

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