A spasso fra i mille mondi dell’Isonzo

I fiumi segnano le vicende dell’uomo, da sempre. Conoscerli, seguirne il corso, entrare nel tempo profondo del loro sviluppo, significa compiere un viaggio senza fine tra storia e natura. Ogni civiltà è sorta sulle sponde di un fiume, e in ogni geografia di ogni epoca il reticolo del loro percorso definisce miti, culture, guerre, traffici, confini. L'Isonzo, per la sua natura, la sua storia e i suoi paesaggi, per quanto piccolo sia, è uno dei fiumi più belli d’Europa. È lungo appena 136 chilometri, nasce in Slovenia a 1.100 metri di quota nelle Alpi Giulie, a ovest del Tricorno, in Val Trenta, attraversa Plezzo, Caporetto, Tolmino dove riceve il torrente Tolminka, Santa Lucia d'Isonzo, dove accoglie il fiume Idria, e Nova Gorica, entrando poi in territorio italiano vicino Gorizia. Da qui accarezza le pendici del Carso incontrando il Vipacco, attraversa la Bisiacaria dove si sposa con il Torre, e finalmente sfocia in Adriatico vicino a Staranzano. Come molti altri corsi d’acqua di regioni liminari conta diversi nomi, da Lusinç in friulano con tutte le sue varianti, a So›a in sloveno, Lisonz in bisiaco, Sontig in tedesco, mente l’etimo deriva dal latino Aesontium, o forse Sontium.
Insomma l’Isonzo siamo noi, ed è questa la prima impressione che si ricava dopo aver letto “L’Isonzo” (pagg. 263, Euro 28,00) di Andrea Bellavite e Massimo Crivellari, elegante e suggestiva monografia illustrata pubblicata dalla Libreria Editrice Goriziana che viene presentata oggi, alle 18 a Palazzo Attems Petzenstein, a Gorizia, dal critico musicale Quirino Principe e dall’attore Luciano Virgilio, introdotti da Mara Cernic, vicepresidente della Provincia di Gorizia. Il volume, vera strenna natalizia, inaugura "Le Gemme", nuova collana di libri illustrati della Leg.
Bellavite e Crivellari, il primo ex sacerdote e giornalista di lungo corso, il secondo premiato fotografo di natura e paesaggi urbani, hanno percorso l’Isonzo dalle sorgenti al mare attraversando antropologia e arte, cercando memorie, usanze, personaggi, animali, villaggi, boschi, ponti, per regalare al lettore un reportage fotografico e narrativo che ricorda quale tesoro abbiamo a disposizione. La narrazione segue l’itinerario geografico del fiume ma procede per suggestioni e momenti legati ai luoghi. A cominciare da quelli della Storia, con le tracce e i segni della Grande guerra, dal Forte Hermann al Monte Sabotino fino a Poggio III Armata. Ma tocca anche vicende più recenti, come la strage di Peteano, dove le rive del fiume «portano ancora impressa la memoria di quel boato». Luoghi caratterizzati anche da chi vi abita, come Miran Ipavec il viaggiatore, che nel paese di Kanal ob So›i ha allestito un personale museo dell’autostop; o da di chi vi lasciato un segno profondo, come il compositore Marjio Kogoj (1892-1956) a Kanal o il poeta Simon Gregor›i› a Caporetto/Kobarid. «Parlare di un fiume è come raccontare una vita», dicono gli autori alla fine del viaggio lungo le acque smeraldine dell’Isonzo: fiume che è un mondo costituito da molti mondi e che oggi, dopo tanto vivere, «dimostra che l’unica strada da seguire per arrivare fino alla foce è quella dell’accoglienza, degli affluenti, della confusione dei colori e dell’integrazione delle diversità».
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