A Trieste si chiude la Porta Rossa 2 ma presto comincia la terza avventura

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«Gli sceneggiatori Carlo Lucarelli, Giampiero Rigosi e Sofia Assirelli stanno già cominciando a pensare alla terza stagione di “La Porta Rossa”»: lo ha confermato Maurizio Tini di Velafilm, produttore della serie, in conferenza stampa insieme al regista Carmine Elia, il presidente della Fvg Film Commission Federico Poillucci e i protagonisti Lino Guanciale, Gabriella Pession e Valentina Romani. Quello di “La Porta Rossa” a Trieste, insomma, è un arrivederci: oggi, con il 120mo e ultimo giorno di set, terminano le riprese della stagione numero 2, con una scena spettacolare davanti all’’Excelsior (vedi articolo nella sezione Cronaca). Questa seconda serie, che andrà in onda da febbraio-marzo 2019 su Rai Due, «è più adulta della prima», ha anticipato il regista. «C’è un giallo intrigante e complicato, ma quello che mi interessava era andare più a fondo nei personaggi. Sono tutti dei perdenti, come nelle serie straniere dove non ci sono i buoni e i cattivi». Perché nei nuovi episodi, sullo sfondo di una Trieste dark e mai rassicurante, tutti i protagonisti dovranno affrontare nuove difficoltà. Mentre il commissario fantasma Cagliostro, «che ormai ha preso coscienza di essere morto, anche se continua a soffrire», dice Guanciale, cercherà di capire chi sono i suoi genitori e di proteggere la figlioletta appena nata da una nuova minaccia, la moglie Anna sarà addirittura accusata, proprio dal vero assassino, di aver ucciso il marito.
«Da magistrato Anna affronterà una giustizia che non fa il suo dovere e dovrà lottare sola contro tutti per la verità», anticipa Pession. «Con lei raccontiamo anche gli aspetti più oscuri della maternità che raramente si vedono in tv». Mentre la medium Vanessa, dice Valentina Romani, «è più matura. Ancora non ha capito se comunicare con i fantasmi è un dono o le ha rovinato la vita». Oggi i tre attori salutano la città dove hanno vissuto per cinque mesi. E raccontano i luoghi preferiti da loro e dai rispettivi personaggi. Per Pession il luogo del cuore «è il parco in Piazza Hortis, perché ci andavo ogni giorno con mio figlio Giulio. Per una mamma Trieste è una città facile, tutto è a portata di mano. Anna invece ama il Molo Audace al tramonto: abbiamo girato lì scene molto intime». Per Guanciale, escluso l’Ursus, location simbolo della serie e di Cagliostro, il luogo preferito sono le strade tra via Malcanton, piazzetta Barbacan e via Ciamician. Per Vanessa, spiega Romani, la location principe è Melara, «casa sua, che oltre a essere un posto molto suggestivo è spigoloso un po’ come lei». La prima serie di “La Porta Rossa” è stata venduta in decine di paesi, tutta l’America Latina e Centrale, parte dell’Asia ed ora anche in Africa. «Inoltre sta partendo il remake russo, è in lavorazione una versione messicana, e ci sono opzioni per remake in Germania, Francia e forse negli Stati Uniti», anticipa il produttore. Il segreto? Un linguaggio che si avvicina ai grandi noir internazionali: «Abbiamo girato sempre di notte e ricreando la pioggia: tutto più faticoso, più complicato», dice il regista. «E lo abbiamo fatto con un budget estremamente inferiore a quello che hanno all’estero, quasi un miracolo. La differenza la fanno le persone. Mi sono ispirato alla serie inglese “River” e ai due film “Il sesto senso” e “Unbreaklable”. Non volevo fare un fantasma alla “Ghost”». —
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