Addio a Carlo Croccolo l’alter ego di Totò che poteva doppiarlo

ROMA. È morto a 92 anni Carlo Croccolo, attore e doppiatore napoletano che tra gli anni ’50 e ’60 ha lavorato al fianco dei più grandi comici italiani come Totò, Eduardo e Peppino De Filippo. La notizia è stata data dalla sua pagina Facebook. «Ha vissuto una vita straordinaria come straordinario è stato il suo talento», si legge in un post che informa che funerali si terranno oggi, alle 16 nella Chiesa di San Ferdinando a Napoli. Croccolo aveva vinto un David di Donatello nel 1989 per ’O re’, il film storico di Luigi Magni. Tra i suoi primi successi nel 1950 l’interpretazione alla radio della commedia «Don Ciccillo si gode il sole», «L’Amfiparnaso» in teatro diretto da Mario Soldati e il film «I cadetti di Guascogna».
Nella sua lunghissima carriera ha lavorato soprattutto nel cinema a partire dal 1950 in oltre cento film. In particolare è stato cameriere, cuoco, cocchiere e maggiordomo di Totò nei panni di un nobile squattrinato. Tra i tanti, il cameriere Gondrano in “47 morto che parla” (1951), il maggiordomo Camillo in “Totò lascia o raddoppia?” (1956), Battista in “Signori si nasce” (1960). Ha doppiato Oliver Hardy (prendendo il posto di Alberto Sordi) negli anni ’50 e ’60, arrivando anche a dare la sua voce a entrambi, Stanlio e Ollio. A partire dal 1957 ha doppiato anche Totò, che cominciava ad avere problemi di vista, unico doppiatore autorizzato dall'attore: sua la voce del personaggio della baronessa Laudomia di Torrealta in “Totò diabolicus” (1962). Lo ha doppiato poi in alcune scene de “I due marescialli” e, nel finale, è sua anche la voce di Vittorio De Sica. —
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