Addio a Doris Day, a 97 anni se ne va la fidanzata d’America

NEW YORK. Addio a Doris Day, la popolare attrice e cantante americana, che tutti ricordano come la “fidanzata d’America”. Aveva 97 anni da poco compiuti e se l’è portata via una polmonite. Figlia di un musicista e di un’appassionata d’arte, entrambi profughi dalla Germania del primo dopoguerra, Doris, il cui vero nome era Doris Mary Anne Kappelhoff, arriva al successo dopo un’infanzia travagliata: prima la morte del fratello maggiore, poi la separazione dei genitori, infine un drammatico incidente d’auto che le preclude il sogno di diventare ballerina classica.
Sceglie di seguire la passione del padre per il canto e allo scoppiare del secondo conflitto mondiale è già una star. Nel periodo tra il 1939 e il 1940 fu ingaggiata nell’orchestra di Barney Rapp, che prese spunto dalla canzone “Day by Day”, cantata spesso da Doris, per suggerirle il definitivo nome d’arte. Collaborò poi con le orchestre di Jimmy James, di Bob Crosby e di Les Brown. Con quest’ultima interpretò la sua prima hit, Sentimental Journey, che rimase al primo posto in classifica in America per nove settimane nel 1945 e le valse il Grammy Hall of Fame 1998.
Sarà però il cinema a cambiarle la vita, grazie a un incontro casuale con il regista Michael Curtiz. Un successo immediato che la porta a un lungo contratto con la Warner e a 39 film nel ruolo che la renderà famosa, di fidanzata d’America, la anti Marilyn, la segretaria che si incontra in ascensore, passando la sua vita professionale a evitare che i partner si infilassero nel suo letto (nelle scene d’amore c’erano sempre due diverse inquadrature): da Rock Hudson a James Garner, da Cary Grant a Clark Gable. Tra le bionde di Hollywood si contendevano la scena, ognuna a modo suo, Marylin Monroe la divinità, Grace Kelly la classe, Kim Novak la diva, Jayne Mansfield l’esagerata. E poi c’era lei, Doris Day, la bionda della porta accanto, quella in cui il pubblico si riconobbe d’istinto e, per questo, amò subito. Le sua sono quasi tutte commedie sorridenti e rassicuranti, ma sempre realizzate con impeccabile professionismo da «Tè per due» a «Non sparare, baciami» (il suo preferito) diretti a ritmi alterni da Curtiz e David Butler.
Allo scadere del contratto con la Warner, gira con Hitchcock «L’uomo che sapeva troppo» poi forma una coppia d’oro con Rock Hudson che ricorderà sempre come il suo partner prediletto.
Alla morte del terzo marito Marty Melcher, nel’69, si allontana dal grande schermo per la tv dove il «Doris Day Show» – pensato proprio per lei da Melcher, produttore – otterrà immutato successo fino al ’75 (e 75 sono le ore di programmi televisivi che girò).
Negli ultimi anni, vegetariana convinta e attivista repubblicana, viveva in un ranch nei pressi di Carmel, in California, circondata dagli amati cani. Nel 2008 vinse un Grammy alla carriera e anche in tarda età non disdegnava di apparire in televisione o in occasioni pubbliche. —
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