Addio a Laura Borghi Mestroni scrittrice delle tradizioni triestine

TRIESTE. Trieste ha perduto una scrittrice molto amata e un personaggio profondamente legato alle tradizioni popolari della città: alle soglie dei novant'anni è scomparsa Laura Borghi Mestroni....

TRIESTE. Trieste ha perduto una scrittrice molto amata e un personaggio profondamente legato alle tradizioni popolari della città: alle soglie dei novant'anni è scomparsa Laura Borghi Mestroni. Laureata in giurisprudenza ha insegnato materie giuridiche, ha coordinato scambi culturali con l'estero svolgendo attività come pubblicista, collaboratrice dell'Ansa, giornalista, conferenziera e ricercatrice sulla storia di Treste. Negli ultimi anni si è imposta come autrice di una decina di libri, raccolte di versi satirici che le hanno dato una notevole popolarità (da La vita xe un valzer a Paprika e morbin, L'alegria in cassetin, Cicili ciocili) e interessanti volumi di storia e folclore locale come “L'allegra Trieste dei nostri nonni” e “Vinazza, vinazza. La storia di Trieste attraverso il vino e il cibo” (usciti di recente nella biblioteca de Il Piccolo).

Il suo interesse era centrato soprattutto su un'analisi psicologica e di costume della città e il suo scopo quello di ricostruire la Trieste di ieri nella vivacità della vita economica e culturale di fine ’800. Libri in cui l'ottimismo, l'allegria, in particolare il "morbin" tipicamente triestino costituiscono un vero e proprio leitmotiv la cui origine va ricercata nella famiglia stessa di Laura. Il suo avo più famoso (fratello del nonno) è infatti quell'Edoardo Borghi (alias Oddo Broghiera) 1851-1934, che fu chiamato "il papà della canzone triestina", commerciante appassionato di musica che dette vita a indimenticabili personaggi, tra cui La venderigola, La sessolota, La tabachina e a tante altre canzonette divenute emblema dello spirito triestino d'allora (La cioghi l'oio, Sior Bortolo, I stornei). Da questo mondo variegato prendono riferimento i libri di Laura Borghi Mestroni «dedicati - come dice l'autrice - ai triestini di oggi perchè ritrovino l'ottimismo di ieri». Una città popolata di grandi figure letterarie e culturali che venivano definite dai giornali d'epoca I Nuovi Trovatori, poeti che non disdegnavano di dedicarsi anche alla parodia e alla satira come Carlo de Dolcetti, Adolfo Leghissa, Alberto Catalan, l'editore Carlo Schmidl e numerosi altri. Era così la Trieste dei nostri nonni, laboriosa e positiva, e non vi mancava mai un… "cassetin" con un poco di sana allegria.

Liliana Bamboschek

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