Addio a Nanni Balestrini il poeta della neoavanguardia

Aveva 83 anni lo scrittore, saggista, artista appartenente al Gruppo 63 Incriminato per attività sovversive, fuggì in Francia e fu prosciolto dopo l’85
NANNI BALESTRINI
NANNI BALESTRINI

ROMA. È morto ieri, dopo una breve malattia, Nanni Balestrini, scrittore, poeta e saggista conosciuto per essere stato tra i protagonisti del movimento di avanguardia letteraria Gruppo 63: aveva 83 anni. La notizia è stata data su Facebook dall’editore DeriveApprodi, che negli ultimi anni ha ripubblicato i suoi libri. «È con tristezza e dolore che informiamo della scomparsa di Nanni Balestrini. Una scomparsa, non solo per noi, incolmabile», si legge nel post.

La figura di Balestrini è legata in maniera emblematica a due suoi titoli, uno sperimentale dagli echi più esistenziali 'Tristano’ del 1964 e che rimanda al suo acceso impegno politico, e 'Vogliamo tutto’ del 1971, che restano due manifesti tra gli anni della neoavanguardia e l'inizio di quelli cosiddetti di piombo. Intellettuale e letterato, ma anche uomo attivo, operatore culturale (del resto il suo primo titolo, una raccolta di versi, si intitolava ’Come si agisce’, con le parole e la lingua certo, ma non solo) fu direttore della rivista 'Quindici’ del Gruppo 63, di cui fu tra i fondatori. Redattore della Feltrinelli, negli anni dell'attenzione alla produzione sperimentale e dell'impegno politico, Balestrini, dopo l'ondata della contestazione studentesca del '68, fu tra i promotori del gruppo di Potere Operaio e nel 1976 tra i sostenitori della cosiddetta Autonomia operaia, tanto che fu accusato nel 1979 di costituzione di banda armata e fuggì in Francia e poi in Germania, tornando in Italia prosciolto solo dopo il 1985.

Del romanzo 'Tristano’ si parla e si parlò nel 1964 soprattutto a proposito della sua struttura e genesi, ovvero quella combinatoria già in uso nelle sue poesie: la costruzione nasceva dalla scelta di alcuni testi (nel caso dalla letteratura rosa popolare, da lavori storico-politici, dalla manualistica più varia) da cui stralciare brani o frasi da ricombinare infine in un nuovo testo, in cui ogni capoverso è una sorta di miniromanzo. Nasce così un iperromanzo con una sua precisa geometria (dieci capitoli, ognuno di dieci capoversi composti da 34 righe), col risultato di una scansione ritmica che vuol comunicare agitazione e far interagire emotivamente e intellettualmente il lettore con l'assenza di una trama, dei personaggi, e dello stile, come dichiarava la quarta di copertina della prima edizione.

Del resto Balestrini era uno dei nomi che appariva (con Giuliani, Porta, Pagliarani, Sanguineti e altri) nel 1961 nell'antologia 'I Novissimi’ a cura di Giuliani e poi è stato tra i curatori dell'antologia letteraria e di quella critico-teorica intitolata proprio al 'Gruppo 63' (ristampate in un unico volume da Bompiani 50 anni dopo). A questo si aggiungono le sue varie raccolte poetiche, da 'Facciamone un'altra’ a 'La signorina Richmond’, sino a 'Estremi rimedi’ e 'Contromano’, tutte poi riunite nella edizione completa dei suoi versi in tre volumi pubblicati da DeriveApprodi tra il 2015 e il 2018.

In 'Vogliamo tutto’ Alfonso è un immigrato meridionale a Milano che fa mille mestieri, partecipa alle prime lotte studentesche e poi arriva alla Fiat nella stagione dell'autunno caldo. Più o meno con la stessa tecnica sono creati anche altri due romanzi di Balestrini, 'La violenza illustrata’ del 1976 e 'Gli invisibili’ del 1987, mentre sulla propria scrittura, pur mimetica e giocata sui registri comici e della violenza che porta all'azione, nasce nel 1994 'I furiosi’ sulle gesta epiche e drammatiche di un gruppo di ultrà del calcio. —

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