Addio alla musa Juliette Gréco, icona della canzone francese

Si è spenta a 93 anni nella sua casa di Ramatuelle dopo una vita intensa Simbolo dell’esistenzialismo, era amica di poeti, musicisti e filosofi
French singer Juliette Greco performs on stage of the Alte Oper (Old Opera) in Frankfurt am Main, Germany, 27 November 2015. The 88-year-old singer wrapped up her final tour after a more than six-decade career. EPA/BORIS ROESSLER
French singer Juliette Greco performs on stage of the Alte Oper (Old Opera) in Frankfurt am Main, Germany, 27 November 2015. The 88-year-old singer wrapped up her final tour after a more than six-decade career. EPA/BORIS ROESSLER

PARIGI

Addio ad un'icona della canzone francese, amica di poeti e musicisti, che ha incarnato l'anima più profonda di Saint-Germain des-Près, lo storico quartiere della rive gauche parigina frequentato da artisti di ogni dove.

Juliette Gréco è morta ieri all'età di 93 anni. Ad annunciarlo, in un messaggio trasmesso all'agenzia France Presse, è stata la famiglia. «Juliette Gréco - si legge nel comunicato - si è spenta questo mercoledì 23 settembre 2020, circondata dai suoi cari nella amatissima casa di Ramatuelle. La sua è stata una vita fuori dal comune». Passione, lotta, amore e intense risate», erano queste le parole usate dall'artista per definire la sua esistenza. «Sono un clown nella vita e poi mi piace ridere. La più grande qualità della seduzione è il senso dell'ironia, quindi l'intelligenza, la derisione», affermava qualche anno fa, la voce femminile del dopoguerra francese nonché musa dell'esistenzialismo, dagli inconfondibili occhi truccati di scurso, gli alti zigomi e la carnagione chiarissima.

Juliette Gréco era nata il 7 febbraio del 1927 a Montpellier. Juliette - che preferiva farsi chiamare Jujube, oppure Toutoute, come la chiamavano in famiglia - si esprimeva soprattuto attraverso la danza. Poi la guerra, che costringe la famiglia fuggire in una proprietà del Périgord, nel sud-ovest del Paese, che serve come luogo di passaggio per la Resistenza. Nel 1943, l'orrore assoluto: la mamma e la sorella vengono deportate, e lei stessa viene incarcerata in Francia per una decina di giorni. Un periodo della sua vita che racconterà in un'autobiografia edita nel 1983, 'Jujubè.

Si esibisce nelle frequentatissime serate del cabaret 'Le Taboù. Nella Parigi liberata, dopo l'ignominia dell'occupazione nazista, esplode la gioia di vivere e tra le mura dei club nasce il movimento esistenzialista.

Juliette Gréco incontra Miles Davis con cui avrà un'avventura. Musa ispiratrice, poeti e chansonniers fanno a gara per scriverle testi. Raymond Queneau e Jean-Paul Sartre firmano i primi successi di questo nuovo archetipo di donna moderna, dalla voce scura e profonda, mai sentita prima. «Si tu t'imagines...» e «La Rue des Blancs-Manteaux». Ma presto amplia il suo repertorio con Jacques Prévert, Boris Vian, Charles Aznavour. La consacrazione arriva nel 1954, con il primo concerto della Jolie mômè, il celebre Music-Hall parigino da cui passano tutti i grandi artisti. Dopo un matrimonio lampo con Philippe Lemaire, da cui avrà una figlia, Laurence-Marie (morta per un cancro nel 2016, lo stesso anno in cui la

Greco è rimasta vittima di un ictus) attraversa gli anni Sessanta interpretando brani dei cantanti dell'epoca, Serge Gainsbourg, Léo Ferré, Jacques Brel o Georges Brassens.



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