Sofia, l’arciduchessa d’Austria vissuta nell’ombra: una madre, una stratega, una donna

Una biografia rigorosa e intensa riscopre la figura di Sofia di Baviera, madre di Francesco Giuseppe e figura centrale della corte asburgica, oltre i miti su Sissi

Ilaria Romanzin

 

Restituire dignità e complessità a una donna che, pur operando spesso nell’ombra, è stata protagonista della storia asburgica e della costruzione dell’identità imperiale dell’Ottocento. E farlo con finezza narrativa, con rigore documentale. È firmata da Daniela Lasagnini e pubblicata da MGS Press la prima biografia italiana interamente dedicata a Sofia Federica di Baviera, madre dell’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo. Un’opera che, oltre a ripercorrere con rigore storico le tappe principali della sua vita pubblica e privata attraverso lettere, diari e documenti originali, si distingue per l’approccio intimo e psicologico con cui l’autrice ne tratteggia il profilo.

“Sofia. Imperatrice nell’ombra” (Mgs, 2025, 226 pagine, 22 euro) ci restituisce così non solo una figura di primo piano nel panorama storico dell’Ottocento, ma una donna dalla straordinaria complessità emotiva, ben lontana dall’immagine stereotipata veicolata dai celebri film su “Sissi” interpretati da Romy Schneider.

Il ritratto di Sofia che emerge dalle pagine è quello di una donna colta, sensibile e curiosa, dotata di grande intelligenza politica, capace di passioni intense, di rinunce profonde cui sottopone in primis se stessa, guidata dal senso del dovere e dalle esigenze della corona.

A soli diciannove anni accetta un matrimonio combinato con Francesco Carlo d’Asburgo-Lorena, figlio cadetto dell’imperatore Francesco I. Si trasferisce a Vienna dove è sola in una corte governata da un rigido cerimoniale e da logiche dinastiche inflessibili. In questo contesto la giovane si distingue subito, non solo per la bellezza ma anche per la sua raffinatezza intellettuale. Tuttavia, è nell’intima dimensione della maternità, vissuta in chiave dinastica, che Sofia rivela la sua umanità più profonda. Dopo diversi aborti, affronta con disciplina quasi militaresca la gravidanza che porterà, nell’agosto 1830, alla nascita di Francesco Giuseppe. Da quel momento, la costruzione di una famiglia, unita non solo per obbligo dinastico ma soprattutto per affetto, diventa la missione della sua vita.

Sofia educa personalmente i suoi quattro figli, imprimendo loro rigore e senso dello Stato, senza tralasciare però di offrire una presenza tenera e comprensiva che la renderà figura centrale sia per l’imperatore, sia per i fratelli che per i nipoti. Toccante è il ritratto che l’autrice fa dell’imperatrice madre annichilita dal dolore alla notizia della tragica morte in Messico del figlio prediletto, Massimiliano. Da quel lutto Sofia è annientata, incapace di reagire, furiosa contro l’imperatore francese, che rifiuta persino di incontrare, in aperta rottura con la ragion di Stato, che per anni aveva sostenuto con coerenza. Sarà l’amore per i nipoti, orfani di genitori presenti, a ridarle una nuova linfa vitale.

Anche il complesso rapporto con la nuora Elisabetta, la celebre Sissi, viene letto da Lasagnini attraverso la chiave affettiva e familiare. Sofia accoglie la giovane con sincera disponibilità, proponendosi come guida affettuosa in un mondo dominato da etichette e severi protocolli, cercando di supplire al vuoto lasciato dalla madre Ludovica, fredda e distante. Entrambe le donne però sono forti e soprattutto di mentalità opposte; l’una ormai matura, dedita alla dinastia e al governo; l’altra suscettibile, insofferente alle costrizioni del rango, ipersensibile al punto di diventare rancorosa. Eppure, nonostante i crescenti attriti, Sofia continuerà sempre a manifestare stima e orgoglio per la nuora, anche nei momenti di maggiore tensione.

Attraverso uno sguardo all’interno dei palazzi cui si è scritta la Storia, il libro svela aspetti meno noti della vita di corte e del ruolo cruciale esercitato da Sofia. Emblematico, ad esempio, è il racconto dell’intesa con Maria Anna (moglie di Ferdinando I) con la quale – nel tumulto del 1848 – risce a spingere per l’abdicazione dell’imperatore in favore del giovane Francesco Giuseppe.

Una manovra ostacolata perfino dal marito di Sofia, Francesco Carlo, deciso a reclamare per sé la corona. O ancora, il momento di umiliazione che vive alla corte di Berlino, dove si reca alla ricerca di una moglie per il figlio, o l’episodio gustoso della descrizione della principessa Anna, candidata sposa, da parte della regina Vittoria che non esita a definirla «sfrontata e spregiudicata nei modi, nel gusto tanto da adombrare l’imperatrice per come si veste».

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