Addio Lauren Bacall, la diva che amò solo Bogey

L’attrice è morta a 89 anni: tra i suoi film più celebri “Il grande sonno”, “Come sposare un milionario”, “L’amore ha due facce”
Di Paola Targa
13 Sep 1951 --- Original caption: 9/13/1951-New York, NY- Actor Humphrey Bogart and his wife, actress Lauren Bacall, are just plain folks to their two-and-1/2-year-old son Stephen. They are arriving in New York from the French liner Ile De France. Bogart returned home after several months in Africa and England. His latest picture was filmed in Africa. --- Image by © Bettmann/CORBIS
13 Sep 1951 --- Original caption: 9/13/1951-New York, NY- Actor Humphrey Bogart and his wife, actress Lauren Bacall, are just plain folks to their two-and-1/2-year-old son Stephen. They are arriving in New York from the French liner Ile De France. Bogart returned home after several months in Africa and England. His latest picture was filmed in Africa. --- Image by © Bettmann/CORBIS

Nel pantheon delle dive di Hollywood Lauren Bacall avrà sempre un posto a parte, destinato all'eterna modernità. Se Garbo è stata l'intangibilità, Dietrich la sensualità, Marilyn la fisicità, Hepburn (Katharine) la verve e Hepburn (Audrey) la classe, Bacall rivendica per sè un incrocio di elementi che la rendono seduttrice e maschiaccio, vera signora e pozzo dei desideri. La cascata di capelli color miele, le gambe perfette, l'espressione torbida o brillante, la bocca sensuale, le mani forti e affusolate facevano di Betty Jane Perske (nata Weinstein Bacal per parte di madre) uno splendido concentrato di opposti.

Padre polacco e madre romena, entrambi immigrati a Ellis Island dopo i pogrom contro gli ebrei, Betty Jane nasce a New York il 16 settembre del 1924 e cresce, figlia unica, con la madre e gli zii materni visto che il signor Perske scompare rapidamente dalla sua vita. La ragazza si sceglie così un nome d'arte, adotta il cognome della madre, ma vi aggiunge una «l» per evitare errori ortografici sui documenti. Aveva l'arte nel sangue, sognava di fare la ballerina, a 16 anni si innamorò perdutamente di Leslie Howard (era il tempo di «Via col vento») e, non potendolo amare di persona, decise di fare l'attrice per trovarlo sul set. Frequentò così l'Accademia americana d'arte drammatica e strappò qualche particina a Broadway ma fu la sua scelta di posare come modella a cambiarle la vita: un fantastico primo piano in copertina su «Harper's Bazar» le valse l'attenzione di Howard Hawks e un contratto a Hollywood. La aspettava un ruolo da protagonista in «Acque del sud» (1944) a fianco del divo del momento, Humphrey Bogart. Il copione era quello del racconto di Ernest Hemingway «Avere e non avere», l'ambientazione romantica ed esotica, il partner paterno (25 anni più vecchio) e premuroso. Non solo la condusse per mano a un'interpretazione memorabile, ma si innamorò di lei. Se mai amore a Hollywood fu leggendario è quello tra Bogart e Bacall, scandito da un rapido matrimonio (1945), tre strepitosi successi in rapida sequenza («Il grande sonno» del 1946, «La fuga» del '47 e «L'isola di corallo» del '49), due figli amatissimi e una fedeltà assoluta fino alla morte di Bogey, il 14 gennaio 1957.

Chi ha scritto che Katharine Hepburn e Lauren Bacall si «spartirono lo scettro delle amazzoni nella Hollywood degli anni '50» teneva in conto anche il sentimento: entrambe legate per la vita a un solo uomo, partner anche sul set. Spencer Tracy per l'una, Bogart per l'altra. Tanto è vero che dopo la morte del marito, al di là di un affrettato flirt con Frank Sinatra forse costruito dai press agent della Warner, nessuno scandalo l'ha mai sfiorata e il secondo matrimonio con Jason Robards (nel '61) fu più un sodalizio che una passione. Sbaglia però chi associa il successo della Bacall alla perfetta macchina di coppia con Bogey: nel '53 ebbe un clamoroso successo personale in «Come sposare un milionario» al fianco di Marilyn Monroe e Betty Grable.

I suoi pigmalioni dopo Hawks avevano nomi altisonanti come Jean Negulesco, Vincente Minnelli, Michael Curtiz. E fu Douglas Sirk a darle la migliore parte da eroina romantica della sua seconda carriera: «Come le foglie al vento» del 1956. In verità, dopo la morte di Bogart Lauren Bacall perse il gusto di essere protagonista e diradò le sue apparizioni, optando spesso per il teatro, che le varrà nel 1970 un Tony Award come protagonista del musical «Applause!». Al cinema ebbe vere soddisfazioni da «Detectives's Story» di Jack Smight (1966), da «Assassinio sull'Orient Express» di Sidney Lumet (1974), «Pret-à-porter» di Bob Altman (1994) e soprattutto «L'amore ha due facce» di Barbra Streisand (’96) che le valse l'unica candidatura all'Oscar in ben 73 film. Uno scandalo a cui l'Academy riparò solo nel 2009 offrendole l’Oscar alla carriera (il primo dopo Deborah Kerr) che la diva pretese le fosse consegnato a casa, mesi più tardi.

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